Licia Ronzulli è diventata capogruppo di Forza Italia al Senato. Fedelissima di Silvio Berlusconi ma anche ragione di scontro con Giorgia Meloni per il veto di una sua nomina a ministra, ha preso il posto di Anna Maria Bernini, proiettata verso un dicastero, probabilmente quello dell’Istruzione. 

La scelta è stata benedetta dal Cavaliere, che in giornata ha mandato una lettera ai suoi parlamentari indicando come vertici di Camera e Senato lei e Alessandro Cattaneo, che era considerato in lizza anche per un ministero e ora è definitivamente uscito.

Così è stato: per acclamazione, i gruppi hanno assecondato le richieste del fondatore del partito. Lui è entrato nel merito della scelta di Ronzulli, dicendo che la «conosco da trent’anni, è stata brava in tutto quello che ha fatto e sarà brava anche in questo ruolo».

Il ruolo riproietta la senatrice lombarda al centro dell’attività parlamentare: con la guida dei senatori gestirà tutte le mosse future del gruppo, anche per dare segnali alla maggioranza. Avrà vicino Berlusconi, che tuttavia difficilmente potrà garantire presenza fissa in aula, ma il suo ruolo è comunque di spicco.

Il Senato è la camera con i numeri più risicati e proprio da qui potrebbero maturare stop a provvedimenti del governo, qualora lo scontro che ancora cova sotto la cenere tra FdI e FI dovesse riaccendersi.

C’è Amarezza

Berlusconi, infatti, è tornato anche sulle ragioni del mancato voto a Ignazio La Russa come presidente del Senato, che poi è stato eletto con il sostegno di alcuni voti delle opposizioni. «In Forza Italia c'è profonda amarezza perché a parità di elettori con la Lega, il modo in cui sono stati distribuiti i collegi uninominali ci ha portato 20 deputati in meno e 10 senatori in meno. Per questo non io ma i miei senatori hanno voluto dare un segnale su questo tema chiedendo pari dignità con la Lega», è stata la spiegazione.

In questo modo – nonostante l’incontro di ieri con Giorgia Meloni che avrebbe dovuto chiarire anche le dimensioni della delegazioni di FI al governo – Berlusconi è tornato a reclamare «pari dignità con la Lega, come la chiediamo sulle altre cariche, sulla base che abbiamo gli stessi numero di elettori». «Giorgia Meloni mi ha chiesto di essere suo consigliere», ha detto poi Berlusconi. «Io sono il fondatore del centrodestra».

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