Nella sua informativa urgente alla Camera il ministro ha giocato tutto in difesa. Ha citato un’informativa su vari attacchi che vanno da novembre a gennaio: «Un’escalation preoccupante che non abbiamo mai voluto evidenziare in attesa di raccogliere informazioni più precise». Schlein: «Quand'è che si scusa con gli italiani?»
Ci pensava da un po', Matteo Salvini. Serviva un gran gesto, un colpo di teatro di quelli che azzerano le chiacchiere, e da qui si riparte. Una cosa che ammutolisca chi diceva che era finito, ossessionato dal ritorno al ministero dell’Interno, non in grado di gestire il dicastero dei Trasporti. Dunque eccola, alla fine, l'idea: dietro i disagi e i ritardi dei treni italiani c’è lo spettro di una «rivolta sociale».
Dopo il chiodo, dopo l’eredità pesante dei governi precedenti, dopo la catena della bicicletta il ministro alle Infrastrutture ha calato il suo asso nell’aula della Camera: un complotto.
Un po’ eclissato nelle settimane precedenti («c'è stato un question time sulle vicende dei continui ritardi e Salvini non si è presentato delegando un altro ministro», ricorda Nicola Fratoianni di Avs), il leader della Lega si è presentato a Montecitorio per un’informativa urgente.
Compatte e presenti le opposizioni. «Nessuno vuole perdersi le teorie dei complotti sui treni», dice la deputata del Pd, Rachele Scarpa. Semivuoti i banchi di Fratelli d’Italia, presenti al completo solo i sottosegretari leghisti.
L’informativa
Salvini ha iniziato ringraziando «i dipendenti delle Ferrovie dello stato e gli uomini delle forze dell'ordine, ogni giorno impegnati in attività delicate». Niente discorsi a braccio. Gli occhi fissi sui fogli. Vuole «far parlare la realtà: dopo i dedicati approfondimenti delle ultime settimane abbiamo un quadro di incendi dolosi, esplosioni guasti, rotture, problemi elettrici. Episodi che si sono verificati con regolarità».
E aggiunge «guarda un po' la coincidenza, dopo le pubbliche denunce e gli esposti non si sono più verificati. Tanto che la circolazione è tornata regolare con rarissime eccezioni in gran parte dovute al maltempo».
Un intervento tutto in difesa. Cita un’informativa su vari attacchi che vanno da novembre a gennaio: «Un’escalation preoccupante che non abbiamo mai voluto evidenziare in attesa di raccogliere informazioni più precise». Sui cantieri ammette che «hanno ricadute sulla circolazione» ma, «a differenza delle altre reti ferroviarie europee dove si sospendono le linee per mesi senza preoccuparsi di come garantire mobilità alternativa, in Italia gli interventi infrastrutturali prevedono interruzioni con tempi più brevi, una strategia a tutela dell'intera collettività e a garanzia del diritto alla mobilità».
Quindi tocca agli scioperi: «Nel 2024 il settore dei trasporti ha registrato un altro record: 626 scioperi, più di uno al giorno. Anche per questo, in più di un'occasione, sono intervenuto con lo strumento della precettazione»
L’affondo alle opposizioni arriva in coda: «Negli ultimi anni i risultati peggiori nel 2018 e nel 2020, quando i ministri dei Trasporti erano del Pd e dei Cinque stelle. Meno treni, meno cantieri, più ritardi: non mi sembra che in passato ci fosse una campagna di questo genere». Quindi stacca gli occhi dai fogli A4 per rivolgersi ai banchi del Pd «Come dimostra il processo Open Arms, ho le spalle larghe e non mi fermo se penso di essere nel giusto e penso di lavorare per il bene dell'Italia e degli italiani».
Opposizioni all’attacco
I sottosegretari leghisti applaudono in piedi, dai banchi di FdI il tributo è più mite. Tra le opposizioni l’intervento più infuocato lo pronuncia la segretaria del Pd, Elly Schlein: «Viene qui con un esposto a ricordarci che le Ferrovie si sono scusate. Ma quand'è che si scusa lei con gli italiani? Quand'è che si scusa Giorgia Meloni per i disagi? E non parliamo solo dei disagi dovuti ai guasti, ma ai ritardi, alle procedure troppo complicate per i rimborsi. Non passa giorno che la situazione non veda un peggioramento. Oggi è difficile programmare qualsiasi spostamento».
Risponde punto per punto. I cantieri: «Sono finanziati dai governi precedenti, a tagliare i nastri sono tutti bravi». I minuti di ritardo: «Non ci ha detto i minuti di ritardi. Stiamo raccogliendo noi i ritardi. Ventimila ritardi al giorno». I complotti: «Dopo il chiodo la catena della bici, il sabotaggio. Anche nei periodi natalizi, anche in estate abbiamo avuto disastri. Non ne ha parlato. Chi incolperà? Le famiglie arcobaleno? Gli intellettuali? Peppa Pig? Giorgia Meloni pare sia l’unica a spostarsi senza problemi. In quei treni non c’è chi può tirare il freno per scendere come ha fatto un vostro ministro. Il governo di Giorgia Meloni sta paralizzando l'Italia e nemmeno oggi vi assumete uno straccio di responsabilità».
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