Martedì sera, c’erano quasi 700 persone ad ascoltare la segretaria del Pd Elly Schlein e il candidato sindaco di centrosinistra Damiano Coletta al Supercinema di Latina. Seicento hanno trovato da sedersi e un altro centinaio è rimasto in piedi. «Era dai tempi di Renzi dieci anni fa che in città non si vedeva una folla così», mormora a mezza voce, quasi intimidito, un membro dello staff di Coletta.

Piazze piene

Quella di Latina è una scena comune in questa campagna elettorale sottotono. Il 14 e 15 maggio si voterà in 17 capoluoghi, tra cui Brescia, Catania e Ancona, e in altri seicento comuni. Dopo due segretari Pd che con il pubblico avevano un rapporto più distante, Nicola Zingaretti ed Enrico Letta, Schlein è tornata a fare comizi e a riempire piazze e teatri. I candidati e i circoli di partito se la contendono, sapendo che la sua presenza è in grado di attirare centinaia di persone .

Due ore prima di arrivare al Supercinema di Latina, accompagnata solo dalla coordinatrice della segreteria Marta Bonafoni e dal suo uomo-macchina Gaspare Righi, Schlein era a Pomezia, mentre non è ancora riuscita ad andare a Terracina, causando qualche protesta da parte dei circoli locali. La segretaria sta cercando di accontentare tutti quelli che può. Lo scorso 15 aprile era a Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, poi a Siena, Pisa e Massa. Deve ancora fissare una data per una tappa a Ventimiglia e Imperia, ma il 28 aprile è stata a Sestri Levante e Sarzana. Il giorno dopo era a Novi Ligure, Orbassano, Pianezza e Ivrea. Poi viaggio in Sicilia, per partecipare alla commemorazione di Pio La Torre a Palermo, al corteo del Primo maggio a Portella della Ginestra e infine un salto a Siracusa e Agrigento per incontrare i candidati sindaci. «C’è stata una grandissima partecipazione, che prima non si vedeva», dice Peppe Provenzano, il deputato e responsabile Esteri della segreteria Pd che ha accompagnato Schlein nel tour siciliano. «C’è un popolo che sta tornando», aggiunge. A due mesi dalle primarie, l’effetto Schlein, l’ondata di entuasiasmo che ha mobilitato la base del partito dopo la sua vittoria a sorpresa, sembra resistere.

Urne vuote?

Ma la presenza di pubblico non è garanzia di successo elettorale. «Piazze piene, urne vuote», recita un antico adagio politico. Latina, città storicamente di destra e simbolo delle grandi bonifiche mussoliniane, potrebbe essere la dimostrazione di questo proverbio. Qui, alle politiche di settembre, il centrodestra ha raccolto quasi il 55 per cento dei voti. Coletta, cardiologo ed ex centrocampista del Latina, è alla rincorsa, dopo aver vinto per la prima volta nel 2016 e aver ripetuto il successo nel 2021 e nel 2022, quando si è rivotato in alcune sezioni che avrebbero potuto rovesciare l’esito dell’anno prima.

Coletta era arrivato alla guida della città dopo lo sfascio del centrodestra cittadino, travolto dalle inchieste sui rapporti con la criminalità locale. Ma già nel 2021 i suoi avversari si erano riorganizzati e pur imponendosi al secondo turno, Coletta si è trovato senza maggioranza in consiglio comunale. Settembre, il giorno dopo le elezioni nazionali, i consiglieri di centrodestra hanno chiesto una pausa caffè nella seduta del Consiglio comunale e sono corsi dal notaio per dimettersi in massa, facendo decadere la consiliatura. Il ricordo dell’episodio arriva al culmine del crescendo del discorso di Coletta al Supercinema. «Non hanno avuto nemmeno il coraggio di guardarmi negli occhi», dice tra gli applausi dei suoi sostenitori.

Stile Schlein

Schlein e Coletta si conosco da anni e la segretaria era già stata a sostenerlo da vicepresidente dell’Emilia-Romagna alle elezioni del 2021. «Elly qui è di casa», la saluta mentre la segretaria sale sul palco. È lo schema classico che seguono gli interventi di Schlein in questa campagna elettorale: comizi brevi, con il candidato locale ad aprire per una mezz’ora circa, seguito dalla segreteria, che chiude prendendosi un’altra mezz’ora, a volte anche meno.

Schlein parla dei suoi temi: disuguaglianze, clima, diritti. In questi giorni ha preso di mira il decreto Lavoro del governo Meloni, accusandolo di aumentare la precarietà e di lasciare senza aiuto i più poveri. I temi apparentemente più remoti prova a legarli alla vita quotidiana. Se al suo pubblico chiede un certo sforzo parlando di «emissioni climalteranti», poi aggiunge che le ondate di calore «costringono gli anziani a stare chiusi in casa».

Al termine del discorso, sotto il palco si forma una lunga fila di persone che vogliono un selfie con la segretaria. Facendosi strada tra la folla, un candidato dei Giovani democratici nel vicino comune di Roccacorga ottiene una foto con Schlein che stringe in mano il suo santino elettorale.

A Latina Coletta affronterà la destra con tutto il centrosinistra alle spalle, M5s compreso. Soltanto in altri cinque comuni sono stati raggiunti accordi simili. In altri due il Pd è alleato con ciò che resta del Terzo Polo, in tutti gli altri soltanto con forze civiche.

«La partite delle alleanze non è stata facile, ma noi stiamo facendo di tutto per vincere anche dov’è complicato, come qui a Latina», dice Matteo Orfini, deputato del Pd eletto a Latina dove è tornato a sostenere Coletta. Al congresso, Orfini appoggiava il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, sconfitto da Schlein. «Però siamo aiutati da questa fase nuova del partito – aggiunge – Ed io sono convinto che da queste elezioni uscirà comunque un Pd rafforzato».

 

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