Dopo il voto di fiducia sul maxiemendamento del governo, i senatori del Pd che hanno alzato cartelli rossi con scritto «Meloni voltafaccia». Giorgetti: «Siamo intervenuti su questioni che sembravano quasi impossibili»
Il Senato ha approvato la manovra, che ora passa all'esame della Camera. I sì sono stati 110, 66 i no e 2 astenuti.
Al termine delle votazioni, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha detto che «siamo intervenuti su questioni che sembravano quasi impossibili. La tassazione solo al 5 per cento degli aumenti contrattuali era qualcosa che veniva chiesto da sempre dai sindacati e l'abbiamo fatto per i lavoratori dipendenti con redditi più bassi. La tassazione all'1 per cento dei salari di produttività credo anche che sia sintomatica della direzione verso cui si deve andare. Quindi davvero un bilancio positivo che dimostra ancora una volta come tutto il governo sostiene questa linea che abbiamo impostato 3 anni fa».
il maxiemendamento
In mattinata il Senato aveva dato il via libera al maxiemendamento alla manovra di Bilancio, su cui il governo ha posto la questione di fiducia. Il sì è arrivato con 113 voti favorevoli, 70 voti contrari e 2 astenuti.
La seduta poi è stata sospesa, in attesa della riunione del Consiglio dei ministri per la Nota di variazione al bilancio. Poi l'Aula tornerà a riunirsi e si terranno due votazioni elettroniche, una sulla nota di variazione e una finale sulla manovra, che poi passerà alla Camera.
Tutto si concluderà in giornata, così da liberare i senatori in vista della vigilia di Natale, con i lavori che ripartiranno poi da Montecitorio.
Prima del voto, dal maxiemendamento sono state stralciate 5 norme, dopo dubbi di costituzionalità arrivati alle orecchie del governo attraverso il Colle.
La seduta di oggi si è conclusa con i senatori del Pd che hanno alzato cartelli rossi con scritto «Meloni voltafaccia», in riferimento alle promesse non rispettate: «Promettevano abolizione Fornero, aumentano l'età pensionabile» e «promettevano investimenti in sanità, tagliano le risorse», «promettevano diminuzione tasse, è record pressione fiscale».
Il capogruppo Francesco Boccia, durante la dichiarazione di voto, ha così riassunto la posizione delle opposizioni: «Avete un'altra idea del Paese. La nostra l'hanno richiamata il Movimento 5 stelle, Renzi e Avs: c'è già un'alternativa. Gli emendamenti alla manovra presentati in maniera unitaria sono un'alternativa. All'Italia servono scelte coraggiose che partano dai giovani che vanno ascoltati e non combattuti come fa il governo. Questa legge di bilancio dimostra che siete pronti, sì. Per andare a casa e liberare il Paese».
Sul fronte della maggioranza, durante le dichiarazioni di voto, Maurizio Gasparri di Forza Italia ha chiamato in causa il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, al centro dei veleni con la Lega proprio sul testo della manovra: «Voglio ringraziare il ministro Giorgetti per il lavoro che ha condotto insieme a tutto il governo. Perché, probabilmente, grazie a questa legge di bilancio usciremo dalla procedura di infrazione. Ed è un risultato storico per il nostro Paese, perché vuol dire risparmiare interessi sul debito pubblico».
© Riproduzione riservata


