L’inizio ufficiale della campagna elettorale scatena la spesa sui social, con un trend destinato a crescere vertiginosamente fino al 25 settembre. Anche Silvio Berlusconi, finora molto parsimonioso, ha iniziato a investire sui post sponsorizzati. Nell’ultima settimana, infatti, il fondatore di Forza Italia ha speso 2.484 euro, rilanciando vari slogan, tra cui la necessità di realizzare il ponte sullo Stretto, l’immancabile «meno tasse» e la strategia su «come fermare le bollette».

La stragrande maggioranza dei contenuti è di tipo propositivo: non viene, al momento, agitato lo spauracchio dei “comunisti”, eterno vessillo berlusconiano. Ma è singolare che abbia promosso un post in cui evidenzia il ruolo centrale dei social nella comunicazione attuale. «Sicuramente Berlusconi potrebbe stupirci sul digitale», dice Michele Zizza, docente di culture digitali all’università degli studi della Tuscia. La strategia dell’ex presidente del Consiglio, osserva l’esperto, può orientarsi «non tanto sulla qualità, ma sulla quantità dei messaggi. Inonderà gli elettori». In sostanza la trasposizione social del modello televisivo per convincere gli indecisi.

Valanga leghista

Anche Carlo Calenda, che nel frattempo è sbarcato pure su TikTok, ha aumentato il livello di spesa, arrivando a 2.220 euro per veicolare i contenuti su Facebook. Tra questi è stato sponsorizzato l’intervento del presidente del Consiglio, Mario Draghi, al meeting di Comunione e liberazione. «Questa persona, il suo impegno, il suo metodo, la sua autorevolezza non possono andare perduti», scrive il fondatore di Azione, che in un altro messaggio non risparmia l’affondo al centrodestra sulle distorsioni della flat tax.

E mentre molti leader iniziano solo ora a investire in maniera importante, a farla da padrone è sempre Matteo Salvini che negli ultimi sette giorni ha messo in conto altri 15.698 euro. Un primato netto. A differenza della prima metà di agosto, però, il leader della Lega ha cambiato passo: meno attacchi agli avversari e più spazio alle proposte avanzate dal suo programma. In particolare spicca una card che sintetizza i punti del programma leghista.

La strategia non convince pienamente Zizza: «Salvini ha 5 milioni di follower, ma non ha un buon numero di feedback. Per il numero di contenuti che pubblica, riceve troppi pochi share».

La stima per una buona performance è infatti di avere almeno mille condivisioni per ogni post. «Questo invece», aggiunge l’esperto, «avviene con Giuseppe Conte che non ricorre alle sponsorizzazioni perché ha un pubblico più attivo in rete».

Il pubblico, quindi, sembra non seguire con interesse le gesta social di Salvini. L’esempio del leader è comunque seguito dall’eurodeputata Mara Bizzotto, che ha speso 1.111 euro, sponsorizzando negli ultimi giorni anche l’annuncio della sua candidatura al senato, così come quello del deputato Massimo Bitonci (662 euro).

La campagna di Fratelli d’Italia

Il Pd, da parte sua, ha frenato sulla spesa, che in settimana è stata 7.283 euro, mentre il segretario Enrico Letta è fermo a quota zero. Al centro della comunicazione persiste la difesa dei diritti come cardine.

Chi, invece, ha avviato una massiccia campagna di post a pagamento, finora assente, è Fratelli d’Italia con 1.006 euro in una settimana rispetto al periodo precedente. La previsione è quella di un’ulteriore crescita: il partito ha promosso gli annunci dei comizi di Giorgia Meloni, che sulla sua fan page punta solo sulla viralità, nelle varie città che toccherà in questi giorni.

A questi mille euro si aggiungono gli altri mille cacciati nel complesso dai gruppi di Fdi di camera e senato. La spesa delle varie pagine riconducibili a Fratelli d’Italia supera i 2mila euro. In lieve crescita pure l'investimento sulla pagina della Lega, con un esborso di 1.392 euro: continua la sponsorizzazione della differenza dei dati sugli sbarchi rispetto a quando al Viminale c’era Salvini.

Fuori dall’Europa ma dentro i social

Dopo aver ottenuto la certezza di partecipare alle elezioni, grazie alla raccolta firme, il fondatore di Italexit, Gianluigi Paragone, ha aumentato il budget da destinare ai social, salendo a 945 euro. Viene così spinto su Facebook l’endorsement alla lista di Diego Fusaro e il video in cui Giovanni Frajese, candidato con il partito del giornalista, accusa il virologo Matteo Bassetti di avere un conflitto di interessi con Pfizer.

Una strategia che potrebbe pagare, secondo Zizza, perché «uno dei fattori premiati in rete è la coerenza dei protagonisti politici». Oggi, conclude il docente, «con le piattaforme di social network viene spesso rinfacciato il cambio di idee rispetto al passato».

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