Fra i segnali a distanza che si lanciano i leader ce n’è uno molto chiaro: la scommessa sulla data di quando avremo il nuovo o la nuova presidente. Matteo Salvini nella conferenza stampa dell’altro ieri, mercoledì 12, aveva fatto cadere quasi per caso una sentenza di questo tipo (fonte Ansa): «Conto che il prossimo presidente del Consiglio sia Draghi, che si continui a lavorare con lui. Per il Colle avrete il nome entro 15 giorni».

Un modo di dire? 15+12 fa 27. Ieri Matteo Renzi, ospite di Gerardo Greco a Metropolis live ha detto: «Scommetto che il 27 gennaio avremo un presidente della Repubblica o una presidente della Repubblica».

27 GENNAIO, LA SCOMMESSA DEI DUE MATTEO

(Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

I due Matteo dunque puntano sul 27 gennaio. Perché? Se saranno rispettate le intenzioni di Roberto Fico, il 27 sarà il giorno della quarta votazione, il primo in cui il presidente viene eletto con un semplice quorum di maggioranza: 505 voti. Dunque Renzi e Salvini fanno capire che non ci sarà l’elezione al primo voto, la larga maggioranza di convergenza su un nome condiviso e super partes.

Piuttosto potrebbe esserci una maggioranza simile a quella che al Senato ha bocciato il ddl Zan. Ne hanno già parlato tra di loro? Possibile. Anche Silvio Berlusconi punta su quel giorno. Ma con uno schema (e un esito) probabilmente diversi.

Se oggi sarà lui il candidato designato dal centro destra, il vertice a Villa Grande alle 14 deve sciogliere questo nodo, vorrebbe cominciare ad essere votato proprio dal 27. Paola Di Caro del Corriere pensa che alla fine Berlusconi prenderà altro tempo. Mentre Pietro Senaldi su Libero sostiene che Matteo Salvini chiederà al Cav di rivelare nomi e numeri di chi lo appoggia e di concordare un eventuale piano B. Stasera ci sarà la prima reazione ufficiale di Italia viva, tempestiva subito dopo le decisioni del centrodestra, se saranno prese. Domani direzione del Pd.

UN PRESIDENTE SUL MODELLO DI DAVID SASSOLI

Ma oggi è anche il venerdì dell’ultimo saluto a David Sassoli. Stamattina ci saranno i funerali di Stato nel chiesone di Santa Maria degli Angeli, officiati dal cardinal Matteo Zuppi, compagno di liceo dello scomparso presidente del parlamento europeo.

Ieri, uscendo dalla camera ardente in Campidoglio, Gianni Letta ha voluto commentare: «Il clima che si respirava l’altro giorno quando è stato commemorato David Sassoli in parlamento era straordinario, di serenità e di armonia, di desiderio da tutte le parti di contribuire a guardare agli interessi del paese e non alle differenze di parte. Se il clima sentito alla Camera e al Senato nel ricordo di David fosse quello che porta i grandi elettori a votare per il presidente della Repubblica sarebbe una grandissima lezione e il contributo di David alla pacificazione del paese e allo sviluppo dell’Italia».

Lettera e spirito delle dichiarazioni sono molto espliciti e chiari. Francesco Bei su Repubblica scrive un commento in prima pagina proprio auspicando “Un presidente modello Sassoli”. Per restare al calendario, Letta, lo zio, preferirebbe un presidente eletto alla prima votazione, il 24 gennaio.

Non è dunque solo questione di date. Fra il 24 e il 27 c’è una differenza di fondo: chi cerca ancora la convergenza di tutti i partiti spinge per il primo giorno, chi invece manovra per un presidente a maggioranza va sul quarto. A dieci giorni dal voto la divisione, anche trasversale e interna ai vari partiti e schieramenti, è questa.

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