Morirono in 309 la notte del 6 aprile 2009 a L’Aquila in Abruzzo. Il numero due della Protezione civile Bernardo De Bernardinis aveva rassicurato: «Non c’è pericolo». Ora tredici anni dopo il tribunale civile della città ha condannato la presidenza del Consiglio dei ministri a risarcire otto milioni di euro alle 30 parti civili per quelle rassicurazioni che possono aver inciso sul comportamento e le scelte degli abitanti della città.

De Bernardinis è stato condannato a due anni di reclusione per quelle affermazioni con sentenza passata in giudicato per la valutazione finale della commissione Grandi Rischi che si era riunita appena cinque giorni prima della scossa maggiore, il 31 marzo 2009, quando già uno sciame sismico era in corso da mesi. 

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«Bernardo De Bernardinis - si legge in un passaggio della sentenza - aveva affermato a proposito dello sciame sismico che 'non c'è pericolo, l'ho detto anche al sindaco, la comunità scientifica mi continua a confermare che anzi è una situazione favorevole, perciò, uno scarico di energia continuo..». Quelle frasi erano state considerate in sede penale frutto di «negligenza, imperizia, ed imprudenza».

Siccome la commissione Grandi Rischi è un organo di consulenza della presidenza del consiglio, diversi avvocati delle parti civili avevano deciso nel 2010 di intraprendere un azione civile contro il governo. Hanno avuto il loro risarcimento dopo oltre tredici anni.

Il risarcimento dei famigliari delle vittime è stato suddiviso in base ai danni subiti. 

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