- Il ministro dell’Istruzione invia una lettera per invitare gli studenti a discutere del Giorno della libertà, una commemorazione ormai dimenticata introdotta nel 2005 per celebrare la caduta del Muro di Berlino.
- Ma più che un pacato invito alla riflessione, la lettera è un durissimo atto di accusa al comunismo in quanto tale, in cui giusto una mezza frase ricorda che, soprattutto in Italia, il comunismo è stato anche altro: una forza che scritto la Costituzione ad esempio.
- Valditara però non aveva scritto nulla il 28 ottobre, nell’anniversario della Marcia su Roma. Non ricorda che il 9 novembre è anche l’anniversario dell’inizio delle persecuzioni antisemite dei nazisti né che è la data di alcune delle più dure leggi fascistissime.
Ci voleva uno storico come il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara per resuscitare il dimenticato Giorno della libertà, la festa istituita per legge dal secondo governo Berlusconi per commemorare la caduta del Muro di Berlino. In occasione di questa ricorrenza oggi caduta nell’oblio Valditara ha inviato una lettera a migliaia di scuole e un messaggio sugli smartphone di decine di migliaia di insegnanti in cui li invita a «riflettere e a discutere» non solo sulla caduta del muro, ma in



