A pochi giorni dalla strage di Cutro, sulle coste meridionali dell’Italia è un racconto di avvistamenti, nufragi e sbarchi che si ripete. In queste ore è in corso un’operazione della Guardia costiera nel mar Ionio per salvare 1.300 persone in mare che tentano di raggiungere l’Italia in tre diverse imbarcazioni. La notizia è stata confermata da Sergio Scandura, giornalista di Radio Radicale che segue quanto sta accadendo nel Mediterraneo.

Il peschereccio

La mattinata è partita guardando al mar Jonio, dove è stato avvistato un motopeschereccio dall’agenzia per i confini europei Frontex. A bordo c'è una «situazione di grave pericolo», ha riferito il capomissione di Mediterranea Saving Humans Luca Casarini. Ha chiesto che venisse lanciata subito un’operazione di soccorso.

«Non c'è un minuto da perdere. Mrcc Roma ha tutte le informazioni da diverse ore. E a scanso di equivoci, questa è una situazione di distress, – ovvero in cui le persone rischiano la vita – non è un'operazione di polizia che serve».

Il peschereccio strapieno chiede aiuto: «Ci sono decine di donne e bambini e da bordo segnalano che stanno già imbarcando acqua». Per questo, conclude Casarini, «chiediamo che per favore inviino le motovedette e i mezzi aerei della Guardia costiera, che aprano un evento Sar».

Alarm Phone, la linea telefonica che cerca di tenersi in contatto con i migranti in difficoltà, ha confermato l’allarme sul barcone partito dalla Libia.

Lampedusa

Mente la Guardia costiera si muove, a Lampedusa non si fermano gli arrivi e i salvataggi in mare di piccole imbarcazioni cariche di migranti partite dalle coste tunisine nella zona di Sfax. Dalla mezzanotte sono già 15 gli interventi di soccorso delle motovedette di guardia di finanza e guardia costiera che hanno intercettato 604 persone. Tutte fatte sbarcare al molo Favaloro. Da ieri mattina gli arrivi sono oltre 2.400 su 56 imbarcazioni e la situazione nell'hotspot di contrada Imbriacola è al collasso.

Tolti i 750 trasferiti ieri a Porto Empedocle, nella struttura ci sono più di 2.500 persone a fronte di una capienza massima di 400. La prefettura di Agrigento sta organizzando la partenza di altri migranti verso i centri della Sicilia e delle altre regioni italiane.

Un altro bambino

Intanto, il giorno dopo il Consiglio dei ministri sui migranti, è stato rinvenuto il corpo di un altro bambino morto nel naufragio del barcone carico di migranti avvenuto il 26 febbraio a Steccato di Cutro. Il piccolo di circa cinque anni giaceva sulla battigia, trascinato dal mare. A trovarlo sono stati alcuni cittadini, che hanno avvertito la Guardia costiera. È la 73ma vittima accertata del naufragio, la 29ma minorenne e la ventesima nella fascia d'età compresa tra 0 e 12 anni.

La protesta

Mentre cresce il clima di disperazione di queste persone che tentano di cercare salvezza in Italia, sabato è stata organizzata una grande manifestazione nazionale. La Rete 26 febbraio, nata  a Crotone dopo il giorno della strage, il Tavolo Asilo e Immigrazione, e tra gli altri la Cgil, Save the Children e tutte le Ong che operano nel Mediterraneo, si riuniranno a Steccato di Cutro alle 14:30 invitando tutti a partecipare: «È arrivato il momento di dire basta e di fermare le stragi». Nel loro appello fanno delle richieste precise:

● Chiediamo un’indagine seria che faccia chiarezza su quanto è successo.

● Chiediamo di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sulle stragi di frontiera.

● Chiediamo di realizzare immediatamente un programma europeo di ricerca e salvataggio intutto il Mediterraneo, e sollecitiamo il governo italiano a chiedere agli altri Stati membri di implementare questo programma.

● Chiediamo di attivare i visti umanitari previsti dal Regolamento Europeo dei Visti, consentendo così alle persone in fuga da guerre e violenze l’attraversamento delle frontiere europee in sicurezza e legalità.

● Chiediamo di attivare ogni via d’accesso complementare, a partire dai reinsediamenti, dai corridoi e da altre forme di sponsorship e di ampliare i canali regolari di ingresso, senza usare questi strumenti per giustificare politiche di chiusura e respingimenti delegati a

governi non UE.

● Chiediamo di fermare ogni iniziativa e programma di esternalizzazione delle frontiere e di promuovere accordi bilaterali condizionati dal rispetto dei diritti umani e non dal controllo dei flussi migratori.

Le Ong hanno presentato giovedì anche un esposto in procura per chiedere chiarezza sulle morti di Cutro.

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