«Siamo contrari a delle norme ad hoc per le società sportive e di serie A in particolare», ha detto il ministro dello Sport Andrea Abodi durante il question time alla Camera. Il governo, quindi, non ha intenzione di approvare norme per aiutare i bilanci della società di calcio dopo lo scandalo plusvalenze e falso in bilancio che ha colpito la Juventus. «Le società sportive rientrano nel novero delle imprese e non ci sono le condizioni per mettere a disposizione strumenti esclusivi. L'opinione pubblica non capirebbe», ha aggiunto Abodi.

La scorsa settimana la procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex presidente Andrea Agnelli della Juventus e per altre 11 persone. L’accusa è di false comunicazioni sociali, manipolazione del mercato, dichiarazioni fraudolente con utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e ostacolo alle autorità di vigilanza. L'inchiesta, avviata nel novembre di un anno fa, riguarda i bilanci di tre annualità – 2019, 2020, 2021 –, per i quali l’accusa ipotizza plusvalenze fittizie e manovre sugli stipendi dei calciatori durante la pandemia Covid.

Gli effetti sul calcio

L’inchiesta rischia di colpire anche le altre principali squadre di serie A italiane, molte delle quali si trovano in difficoltà finanziare. Nei giorni scorsi, il ministro Abodi aveva già avvertito che non ci sarebbero state rateizzazioni per il pagamento dei circa 500 milioni di euro di debiti Irpef delle società di calcio, il cui versamento era stato sospeso per tamponare gli effetti della pandemia, ma che ora deve essere effettuato entro il prossimo 22 dicembre.

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