Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, aveva inaugurato la giornata di domenica parlando di un rapporto dell’intelligence che definiva «altamente probabile» un nuovo attacco esplosivo. Qualche ora dopo, un raid aereo Usa ha intercettato un veicolo con a bordo «diversi kamikaze» che, anche secondo il portavoce dei Talebani Zabihullah Mujahid, volevano colpire l’aeroporto di Kabul durante le operazioni di evacuazione degli americani.

«Significative esplosioni secondarie dal veicolo indicano la presenza di una quantità consistente di materiale esplosivo», ha dichiarato il capitano della Marina statunitense, Bill Urban. Evitato, dunque, lo stesso epilogo di giovedì scorso, quando due esplosioni avevano colpito lo scalo della capitale afgana provocando 190 morti.

Biden, dal canto suo, ha annunciato che le ritorsioni degli americani, che sabato in un raid con un drone hanno ucciso l’uomo considerato la mente dell’attentato suicida all’aeroporto, non si fermeranno. 

Poco prima del raid un razzo aveva colpito una casa nell’area di Khajeh Baghra, a nord-ovest dell’aeroporto, provocando sei morti, tra cui quattro bambini, e quattro feriti.

Credits: AP

I due attacchi non sembrano essere collegati, ma le informazioni su entrambi restano poche e i testimoni hanno sentito una sola grande esplosione.

Aeroporto isolato

Mentre si avvicina la scadenza del 31 agosto, data entro la quale le forze della Nato hanno annunciato il loro totale disimpegno in Afghanistan, la situazione all’aeroporto di Kabul rimane delicata.

Le forze talebane hanno isolato lo scalo e si dicono pronte a prendere il controllo dell’area. Gli obiettivi sono fermare l’esodo degli afghani che in questi giorni hanno approfittato dei ponti aerei organizzati dai paesi della Nato per scappare e allo stesso tempo garantire che l’aeroporto non venga preso d’assalto dalle persone che potrebbero trasformarsi in facili bersagli. Nuovi di posti di blocco sono creati sulle strade che portano allo scalo della capitale.

I Talebani: «Governo entro due settimane»

I Talebani completeranno la formazione del loro governo probabilmente nelle prossime due settimane. Lo ha annunciato il loro portavoce, Zabiullah Mujahid, secondo quanto riporta l'agenzia Khaama. Mujahid ha riferito che sono stati nominati i capi di polizia di tutte e 34 le province. Il 28 agosto i talebani hanno nominato il ministro pro tempore per l'Istruzione superiore, Abdul Baqi Haqqani, e il capo pro tempore del comitato olimpico afghano. Precedentemente avevano nominato i ministri pro tempore di Informazione e cultura, Lavori pubblici e dell'Istruzione, oltre che i sindaci di una serie di città e i governatori di quasi tutte le province.

Secondo le agenzie di stampa afgane, i Talebani hanno introdotto già diversi nuovi divieti: Abdul Baqi Haqqani ha annunciato che ragazze e ragazzi all'università d'ora in poi studieranno in classi separate, in conformità con la legge islamica. Inoltre, radio e televisioni della provincia di Kandahar non potranno più mandare in onda musica e voci femminili.

Si infiamma la situazione in Panshir

Il Panshir, nel nordest dell'Afghanistan, è emerso nelle ultime settimane come centro di resistenza contro i Talebani. Per questo motivo, secondo la comunità internazionale la zona rischia un attacco nelle prossime ore. Nel frattempo, i Talebani hanno tagliato i servizi internet e telefonici nella valle del Panshir, allo scopo di bloccare le comunicazioni internet tra le forze della resistenza.

Scontri davanti alle banche

Il 15 agosto, giorno in cui sono entrati a Kabul, i Talebani hanno imposto la chiusura delle banche e limitato fortemente la possibilità per i cittadini afghani di prelevare contanti. Per questo motivo, già da qualche giorno davanti ai principali istituti bancari della capitale si stanno verificando proteste e scontri tra i cittadini e le forze talebane. Tra i manifestanti anche molti dipendenti pubblici, che non ricevono lo stipendio da mesi. La Banca centrale, intanto, ha imposto in modo «temporaneo» un limite settimanale di 200 dollari ai prelievi.

Mattarella striglia l’Ue

Da Ventotene, dove ha celebrato l’ottantesimo anniversario del Manifesto per l’Europa unita, Sergio Mattarella è intervenuto anche sulla crisi afghana. «In questi giorni una cosa appare sconcertante e si registra nelle dichiarazioni di politici in Europa. Esprimono grande solidarietà agli afghani che perdono libertà e diritti, ma “che restino lì”, “non vengano qui perché non li accoglieremmo”. Questo non è all’altezza dei valori dell’Ue», ha detto il presidente della Repubblica.

Quanto accaduto in Afghanistan, ha proseguito, «ha messo in evidenza la scarsa capacità di incidenza dell’Unione europea, totalmente assente negli eventi. È indispensabile assicurare subito gli strumenti di politica estera e di difesa comune. La Nato è importante ma oggi è richiesto che l’Ue abbia una maggiore capacità di presenza nella politica estera e nella difesa. Questa prospettiva è importante anche per gli Stati Uniti».

L’appello di Macron all’Onu

Intanto lunedì si riuniscono i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Cina e Russia) per discutere del dossier afghano. In questa occasione Londra e Parigi chiederanno alle Nazioni Unite la creazione di una “safe zone” a Kabul per svolgere operazioni umanitarie dopo il ritiro delle truppe internazionali. Lo ha dichiarato il presidente francese, Emmanuel Macron, in un’intervista al settimanale Le Journal du Dimanche.

«Sarebbe importante – ha aggiunto – perché fornirebbe un quadro alle Nazioni Unite per agire in caso di emergenza e soprattutto permetterà di mettere tutti davanti alle proprie responsabilità e alla comunità internazionale di mantenere la pressione sui Talebani».

Anche 81 studentesse della Sapienza bloccate a Kabul

Tra gli afgani rimasti bloccati a Kabul c'è anche un gruppo di 81 studentesse iscritte ai corsi dell'università La Sapienza di Roma. Con alcune di loro sono presenti alcuni loro bambini, che portano il computo totale a 90 persone. «Purtroppo sono arrivati a Kabul qualche ora prima» dell'attentato all'aeroporto, ha spiegato Bruno Botta, prorettore agli affari internazionali dell'università romana a Rai Radio1. «A questo punto – ha aggiunto – tutto è diventato molto più complicato. Ora attendiamo che qualcosa avvenga. Sono molto preoccupato per le ragazze e i ragazzi, ma in particolare erano quasi tutte ragazze che vengono da Herat e hanno affrontato un lungo viaggio. Se fossero costrette a tornare indietro diventerebbe molto problematico per loro e la loro sicurezza. Il ministero della Difesa ci ha contattato e noi abbiamo inviato la lista delle studentesse da provare a portare a Roma. Dall'Unità di crisi ci è arrivato un bellissimo messaggio, in cui sostanzialmente dicono che non abbandoneranno assolutamente i ragazzi e le ragazze della Sapienza»

Il Papa ricorda le vittime dell’attentato

Papa Francesco, nel suo consueto Angelus della domenica mattina, ha ricordato le vittime della strage all’aeroporto di Kabul: «Seguo con grande preoccupazione la situazione in Afghanistan e partecipo alla sofferenza di quanti piangono per le persone che hanno perso la vita negli attacchi suicidi avventi giovedì scorso e di coloro che cercano aiuto e protezione. Affido alla misericordia di Dio i defunti e ringrazio chi si sta adoperando per aiutare quella popolazione così provata, in particolare le donne e i bambini». Il pontefice ha inoltre fatto un appello a tutte le forze in gioco affinché si continui a garantire assistenza ai bisognosi, nella speranza di «stabilire una convivenza pacifica e fraterna».

Biden: «Raid contro Isis-K continueranno»

Il Pentagono ha fatto sapere che il contingente delle forze statunitensi rimaste ancora all'aeroporto della capitale afgana, che ora conta meno di 4mila unità, ha iniziato il ritiro definitivo prima della scadenza indicata da Biden del 31 agosto. Ma il presidente Biden, in una nota, ha anche sottolineato che l’Isis-K, che ha rivendicato l’attentato suicida di giovedì, deve aspettarsi nuove offensive americane dopo il raid di sabato che ha portato, secondo il Pentagono, all’uccisione di due membri di punta del gruppo affiliato allo Stato Islamico: «Questo attacco non sarà l'ultimo. Continueremo a dare la caccia a qualsiasi persona coinvolta in quell'attacco efferato e a fargliela pagare».

Tra le vittime di Kabul anche la marine Usa che cullava il bimbo

Intanto, insieme a decine di migliaia di persone evacuate dall’aeroporto di Kabul, sono rientrate negli Stati Uniti le salme dei 13 soldati americani uccisi nell’attentato suicida di giovedì. Tra le vittime c’è anche Nicole Gee, marine di 23 anni che la scorsa settimana aveva postato su Instagram una foto divenuta virale che la ritraeva con un bambino in braccio durante le evacuazioni. «Amo il mio lavoro», aveva scritto la giovane nata solo due anni dopo l’attacco alle Torri gemelle che ha provocato l’intervento americano in Afghanistan. Lo scatto era diventato uno dei simboli più forti dello sforzo dei militari Usa in favore dei civili afghani.

I rifugiati afghani ad Avezzano: tra loro anche 14 minori

Destinazione Abruzzo per gli ultimi profughi afghani messi in salvo da Kabul, con il volo partito dall'Afghanistan la scorsa notte. Nella mattina di sabato i rifugiati sono atterrati a Fiumicino, poi sono stati trasferiti in provincia dell'Aquila: 58 passeggeri, inclusi 14 minori. L'autobus è arrivato alle ore 7.38 di domenica all'interporto di Avezzano. Dal comando di Roma dell'Aeronautica hanno assicurato il supporto tecnico e logistico anche per il trasporto al centro di accoglienza del Fucino.

Nella cittadella marsicana, attrezzata dai volontari di Croce Rossa e Protezione civile, i profughi resteranno per almeno sette giorni, se negativi al tampone, poi verranno vaccinati contro il Covid-19 e, allo scadere della quarantena, saranno trasferiti nelle strutture, non solo regionali, attrezzate per l'ospitalità. Da lì potranno avviare le procedure per acquisire lo status di rifugiati. Al momento, 470 di loro hanno già ricevuto la loro dose di vaccino.

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