Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi si trova a Doha per una visita considerata storica che avviene dopo il disgelo delle relazioni diplomatiche con il Qatar. Si tratta del primo viaggio del presidente egiziano nel paese del Golfo persico da quando è iniziata la crisi nel 2017. Anno in cui i paesi arabi hanno imposto un embargo aereo, terrestre e marittimo nei confronti del Qatar, accusato di finanziare il terrorismo.

La situazione libica e la crisi energetica alimentata dalla guerra in Ucraina sta cambiando gli equilibri geopolitici in Medioriente e l’Egitto è tra i paesi più attivi anche per via di una crisi economica che attanaglia il paese e che spinge al Sisi alla ricerca di accordi commerciali e finanziari da firmare al di là del Mar Rosso.

Da Marzo a oggi il presidente egiziano ha firmato accordi per circa 20 miliardi di dollari con Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti che hanno depositato nella Banca centrale egiziano in totale circa otto miliardi di dollari – tre da parte di Doha e cinque da Riad – per compensare la fuga del dollaro.

Accordi energetici

Al Sisi è stato invitato dall’emiro Tamim bin Hamad al Thani in persona. È arrivato nella giornata di ieri intorno alle 18 di sera e rimarrà per due giorni a Doha secondo quanto ha riferito il portavoce della presidenza del Cairo, Bassam Radi. «La visita culminerà con risultati che realizzeranno le aspirazioni dei popoli dei due paesi in tutti i campi e stabilirà una svolta senza precedenti nel processo di cooperazione tra di loro», ha detto l’ambasciatore del Qatar in Egitto, Salem Mubarak al Shafi.

Tra i dossier che saranno affrontati c’è quello energetico. La QatarEnergy ha annunciato un accordo con la ExxonMobil per acquistare il 40 per cento del blocco di esplorazione offshore North Marakia a largo delle coste egiziane nel Mediterraneo. Un accordo che garantisce a Doha lo sfruttamento di parte dell’area in caso della scoperta di nuovi giacimenti. Il blocco esplorativo è stato assegnato alla ExxonMobil nel 2020, copre un’area di 4.847 km² e si trova in acque profonde tra i mille e i duemila metri.

La Libia

I due leader inevitabilmente parleranno anche della Libia, tornata nella spirale di violenza nelle ultime settimane dopo scontri militari tra le milizie affiliate ai due premier – Dbeibah riconosciuto dalle Nazioni unite e Bashagha nominato dal parlamento di Tobruk – che si contendono il potere.

Al Sisi sostiene Bashagha nominato dalla Camera dei rappresentanti con sede nella Cirenaica dove ha il sostegno del generale libico Khalifa Haftar, uomo molto vicino al presidente egiziano. Il ministero degli Esteri egiziano non fa nulla per nascondere la sua “antipatia” nei confronti del governo di unità nazionale presieduto da Dbeibah. Durante la 158esima riunione ministeriale della Lega araba che si è tenuta al Cairo qualche giorno fa la delegazione egiziana guidata dal ministro degli Esteri, Sameh Shoukry, ha lasciato l’aula quando Najla el Mangoush, diplomatica del governo di Dbeibah è stata chiamata a presiedere i lavori dell’assemblea.

Anche l’emiro al Thani sostiene il neo premier del governo di stabilità nazionale, tanto che lo scorso 11 settembre ha ospitato a Doha Aguilah Saleh, lo speaker della Camera dei rappresentati al quale ha ribadito il suo appoggio.

© Riproduzione riservata