L’erede al trono saudita, il principe Mohammed bin Salman, è in visita in Egitto. La prima tappa di un tour, che include anche Turchia e Giordania, che porterà sia alla firma di importanti accordi commerciali sia a concordare una linea per far fronte alle sfide poste dalla guerra in Ucraina.

Investimenti

Bin Salman è stato accolto nella serata di lunedì all’aeroporto del Cairo dal presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi in persona. I rapporti tra i due leader arabi sono ottimi: per il principe saudita l’Egitto è un paese con investimenti allettanti e un mercato con milioni di consumatori, per il generale egiziano, invece, l’Arabia Saudita è una buona via d’uscita dalla crisi economica in cui rischia di sprofondare il paese.

Nella giornata del 21 giugno, infatti, all’interno del palazzo presidenziale i due hanno firmato 14 accordi che prevedono investimenti per un valore totale di 7,7 miliardi di dollari. Il capo del Consiglio d’affari egiziano-saudita ha detto in un’intervista che i due leader «non hanno perso tempo e hanno già firmato accordi in diversi settori economici, dall’agricoltura all’elettricità passando per il commercio». Secondo Musa, l’attuale volume di investimenti sauditi in Egitto ammonta a 54 miliardi di dollari, suddivisi in 54 differenti progetti. Cifre che rendono l’Arabia Saudita il primo investitore arabo per il Cairo e il secondo a livello mondiale dopo il Regno Unito.

Da quando è iniziata la guerra in Ucraina i paesi del Golfo persico hanno teso la loro mano al presidente egiziano versando 22 miliardi di dollari in depositi e fondi di investimento per garantire stabilità al suo potere politico che rischia di vacillare tra la crisi alimentare e il caro vita che ha spinto il governo egiziano a tagliare i sussidi al pane per una parte della popolazione.

Amicizie e questioni internazionali

Bandar Aljaloud/Saudi Royal Palace via AP

Il viaggio di bin Salman in Egitto è stato accolto con enorme entusiasmo da parte della stampa saudita vicina alla famiglia reale. Gli articoli pubblicati celebrano le ottime relazioni tra i due paesi. Rapporti che neanche «la Primavera araba e le sue disastrose conseguenze hanno ostacolato», si legge su Arab News.

Un attacco diretto alle rivoluzioni del 2011 che, fallite o meno, hanno rappresentato una speranza per milioni di giovani egiziani e non solo. «Al Sisi è stato considerato un amico fondamentale per Riad e il rappresentante di uno stato egiziano che sostiene lo status quo regionale», continua l’articolo. E infatti, la visita del principe saudita ha anche l’obiettivo di «discutere di questioni politiche regionali e internazionali di interesse comune». I dossier sul tavolo sono diversi: la guerra, l’approvvigionamento energetico, il programma nucleare iraniano e la crisi alimentare che sta colpendo l’Africa e il medio oriente soprattutto per via del blocco del grano fermo nei porti ucraini.

L’Egitto è una delle prime vittime della crisi del grano, che importa quasi interamente da Russia e Ucraina. Nei giorni scorsi il governo ha anche rifiutato la proposta dell’Organizzazione mondiale del commercio di esportare parte del grano prodotto dalle aziende egiziane verso i paesi in più difficoltà.

Sul lato energetico i rappresentanti egiziani hanno firmato con l’Unione europea e Israele un accordo per far arrivare il gas israeliano in Europa attraverso l’Egitto. Il gas sarà inviato al Cairo attraverso i gasdotti e trasformato in gnl presso gli impianti di liquefazione egiziani di Idku e Damietta, prima di arrivare in Europa via nave. In cambio, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha già promesso in cambio investimenti per un valore di oltre tre miliardi di euro per progetti agricoli e ambientali.

Il resto del viaggio

Dopo aver discusso con al Sisi, bin Salman continuerà il suo tour in Turchia e poi in Giordania. Una serie di appuntamenti cruciali a un mesi dal viaggio in Arabia Saudita del presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

Ad Ankara incontrerà Recep Tayyip Erdogan, un incontro che avviene dopo la visita in Arabia Saudita del presidente turco dello scorso aprile, e con il quale il principe proverà a sanare definitivamente la frattura aperta dal caso Jamal Khashoggi, il giornalista dissidente del Washington Post che è stato ucciso e fatto a pezzi all’interno del consolato saudita di Instabul dai servizi segreti di Riad. Mohammed bin Salman è ritenuto, da parte dei servizi di sicurezza americani e dalle Nazioni unite, il mandante dell’assassinio di Khashoggi nonostante lui abbia negato tutte le accuse.

Il caso aveva raffreddato le relazioni con la Turchia e il presidente Erdogan, ma la guerra in corso sta portando a cambiamenti geopolitici importanti non soltanto in Ucraina ma anche in medio oriente e nel Mediterraneo dove i leader politici stanno stringendo nuovi accordi.

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