- Il presidente turco è riuscito a portare a Istanbul i due rivali politici libici, Abdulhamid Dbeibah e Fathi Beshaga, dopo gli ultimi scontri per il controllo della capitale Tripoli.
- Il suo lavoro di mediazione però potrebbe non essere sufficiente. Il proliferare di milizie e la presenza di altri attori esteri limitano il controllo di Ankara nel paese nordafricano.
- La Turchia resta però la potenza maggiormente in grado di influenzare il futuro della Libia, a discapito anche di un’Italia sempre più relegata al ruolo di spettatrice.
Il presidente Recep Tayyip Erdogan è ormai noto per il ruolo di mediatore nel conflitto in Ucraina, ma quest’ultimo non è l’unico teatro di guerra in cui il capo di Stato turco ha saputo inserirsi in qualità di negoziatore. Anche in Libia, paese ancora alle prese con l’instabilità derivante dalla caduta del regime di Muhammad Gaddafi, la Turchia sta cercando di mediare tra le parti in lotta per evitare che la situazione degeneri ulteriormente e per tutelare i propri interessi, a discapito di al



