Gli obiettivi della cosiddetta “operazione militare speciale” non sono cambiati: lo scopo delle operazioni in Ucraina rimane “denazificare” il paese e rovesciare il governo di Kiev. Lo ha annunciato il presidente russo Vladimir Putin nella conferenza stampa di fine anno, mentre nella capitale ucraina si succedevano per tutto il giorno gli allarmi aerei e gli attacchi con missili balistici.

Il rituale attentamente coreografato della conferenza stampa di fine anno, che prevede domande da giornalisti, dal pubblico e telefonate in diretta, è da oltre vent’anni un classico della propaganda del regime. Putin ci ha aveva rinunciato soltanto l’anno scorso (e in pochissime altre occasioni), dopo che gli ucraini erano riusciti a sorpresa a liberare la regione di Kharkiv e la città di Kherson. Costretto a lanciare un’impopolare mobilitazione, il presidente aveva preferito evitare qualsiasi confronto, anche quelli gestiti dal suo staff.

Ma quest’anno, con il fallimento della controffensiva ucraina e gli alleati di Kiev che tentennano sui nuovi fondi da inviare al paese a causa delle loro divisioni interne, Putin si è concesso un’autentica maratona. La conferenza stampa è durata quattro ore e quattro minuti e il presidente russo ha risposto a 67 domande.

La guerra

Le più attese erano quelle sul conflitto in Ucraina. Putin non ha dato alcun segno di essere pronto ai negoziati e ha ribadito che gli obiettivi dell’invasione restano «denazificazione, demilitarizzazione» e imposizione di uno status «neutrale» all’Ucraina. Parlando del fronte, ha detto che la situazione è in continuo miglioramento lungo tutta la linea. Ha dedicato molto tempo al fallimento della controffensiva ucraina, affermando che «non ha funzionato da nessuna parte. Non saprei nemmeno dire perché lo fanno. Continuano a mandare i loro uomini incontro alla distruzione. È un biglietto di sola andata».

La Russia, ha proseguito, non ha bisogno di una nuova mobilitazione militare. Secondo il presidente russo, ci sono al momento 617mila soldati in Ucraina e in 486mila si sarebbero arruolati volontari soltanto nel corso dell’ultimo anno. A proposito degli aiuti che gli alleati forniscono all’Ucraina ha detto che «i pasti gratis prima o poi finiranno. E sembra che già ora stanno iniziando a esaurirsi».

In una serie di collegamenti dal fronte, diversi gruppi di soldati e volontari hanno parlato di stipendi in ritardo o benefit non pagati. Putin si è mostrato mentre prendeva appunti su ogni caso e ha promesso di occuparsi personalmente di tutti gli episodi.

La celebrazione

Putin ha aperto la conferenza stampa con una serie di considerazioni generali sullo stato del paese che, dice, ha «rafforzato la sua sovranità» nonostante le sanzioni occidentali e grazie al «consolidamento della società russa» e alla «stabilità del suo sistema finanziario». Nel frattempo, l’economia crescerà del 3,5 per cento quest’anno, con un’inflazione stabile sotto l’8 per cento.

Sul conflitto a Gaza, il presidente russo ha risposto a una domanda di alcuni giornalisti turchi definendolo «catastrofico» e ha aggiunto: «Guardate cosa succede nel corso dell’operazione militare speciale in Ucraina, niente di comparabile».

Putin ha anche confermato che sono in corso trattative con gli Stati Uniti per liberare Evan Gershkovich, giornalista del Wall Street Journal arrestato con l’accusa di spionaggio, e scambiarlo con qualche detenuto russo negli Stati Uniti o in altri paesi Nato. «C’è un difficile dialogo – ha detto Putin – ma penso che stiamo parlando la stessa lingua e spero che si arrivi a una soluzione». 

Come spesso accade in questi eventi, la conferenza è stata ricca di momenti “leggeri”, ai limiti del bizzarro. Putin ha risposto a una domanda sull’aumento del prezzo dell’uova con una battuta sul ministro dell’Agricoltura («gli ho chiesto come stanno le sue uova»). Alcune domande sul suo supposto utilizzo di sosia gli sono state rivolte da un suo “clone” in collegamento video realizzato con l’intelligenza artificiale. Tra le celebrazioni più smaccate dei suoi successi, due ragazzi che affermavano di arrivare da Luhansk, la regione Ucraina annessa alla Russia lo scorso anno, hanno detto di essere venuti senza domande, ma soltanto per ringraziarlo.

Ma la celebrazione finale, Putin se l’è fatta da solo. L’ultima domanda del conferenza-fiume riguardava i consigli che il presidente rivolgerebbe a sé stesso nel 2000. «Sei sulla strada giusta, compagno! – ha risposto Putin – Continua a credere nella grandezza del popolo russo».

Le bombe

Mentre Putin parlava, a migliaia di chilometri di distanza gli allarmi hanno continuato a suonare per tutto il giorno sull’Ucraina. Gli attacchi diurni sulle città ucraine sono insoliti, ma nella giornata non meno di quattro allerte sono state dichiarate a Kiev, dove decine di migliaia di studenti e impiegati pubblici si sono rifugiati nelle stazioni della metro. La capitale ucraina è stata bersagliata da un numero di missili balistici Kinzhal che non è ancora stato precisato. Dal suono delle esplosioni che si è potuto sentire in tutto il centro della città, sembra che almeno alcuni abbiano raggiunto i loro bersagli.

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