In attesa del sesto pacchetto di aiuti militari che l’Italia invierà all’Ucraina, nel dibattito si intrecciano il gergo politico, quello tecnico, le dichiarazioni di Joe Biden e le crepe nella maggioranza.

Al centro della questione c’è la natura “difensiva” o “offensiva” delle armi che l’Italia invierà all’Ucraina con il futuro – e secretato – decreto che, ha detto alla Stampa il ministro della Difesa, Guido Crosetto, non conterrà «armi d’artiglieria».

Il ministro ha aggiunto a La7 che il sesto sarà il primo decreto che includerà esclusivamente «armi difensive», definendo il provvedimento «inattaccabile» anche «con criteri totalmente pacifisti», poiché le armi che l’Italia fornirà non saranno in grado di attaccare i russi ma soltanto di difendere «gli ucraini dagli attacchi missilistici». 

Cos’ha detto Biden

Le dichiarazioni di Crosetto sono però in tensione con il discorso di ieri di Joe Biden in cui il presidente americano, nel ringraziare i paesi che stanno sostenendo l’Ucraina, ha citato «Francia, Canada, Regno unito, Slovacchia, Norvegia e altri paesi» che hanno «donato importanti sistemi di difesa aerea per mettere al sicuro i cieli ucraini e salvare le vite di civili innocenti», ma ha citato separatamente l’Italia, dicendo  che sta donando «artiglieria». 

Il termine, nel linguaggio comune, evoca significati tendenzialmente “offensivi”, nel senso che il riferimento più immediato è a “cannoni” capaci di colpire con proiettili di grosso calibro obiettivi terrestri distanti, come gli Fh70 italiani che il precedente governo ha donato all’Ucraina nel maggio del 2022.

Da un punto di vista tecnico, «sotto la nozione di artiglieria rientrano anche i sistemi di difesa aerea Samp-t e Aspide», spiega a Domani l’ammiraglio Giampaolo Di Paola, riferendosi ad alcune armi che molto probabilmente faranno parte dell’aiuto italiano a Kiev. Insomma, sotto la definizione generale di “artiglieria” possono finire armamenti utilizzabili a scopo sia difensivo che offensivo.

In questo senso, le affermazioni di Crosetto e le dichiarazioni di Biden potrebbero non essere in contraddizione, tanto più se si considera che, appena prima della conferenza stampa, la presidente del Consiglio, Giorgia Melon,i ha avuto un colloquio con, appunto, Joe Biden, Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Rishi Sunak, al quale però, sarebbe stata invitata solo all’ultimo, come ha scritto la Repubblica.

I dubbi

Permangono, però, le incertezze sulla scelta della Casa Bianca di escludere l’Italia dal gruppo di paesi che inviano sistemi di difesa aerea e assegnarle una menzione “speciale” in relazione all’artiglieria, concetto sensibile nella sua accezione politica, come testimoniato dall’insistenza di Crosetto nell’escluderlo dal novero dei materiali che l’Italia invierà, la cui lista passerà al vaglio del Copasir. 

In parlamento, Crosetto ha evidenziato la necessità di «ripristinare le scorte» di «Fh70, Stinger, Pzh2000 e Mlrs». I primi due sono sistemi d’arma che l’Italia ha precedentemente donato all’Ucraina e che vanno reintegrati nell’arsenale nazionale, altro fattore che limiterebbe materialmente la capacità militare di fornire «artiglieria», nel senso politico, all’Ucraina. 

La segretezza imposta sulla lista degli armamenti in uscita impedirà di dirimere questo dubbio. Per quanto la distinzione tra armi “difensive” e “offensive” sia materia da politici più che da militari, questo aspetto del dibattito interno al governo è significativo poiché proprio politicamente distingue la fazione pro Ucraina, rappresentata da Fratelli d’Italia, dalle posizioni più fredde sul sostegno a Kiev di Forza Italia e Lega.

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