Il ponte di Crimea, l’unico a collegare la penisola occupata dalla Russia con la terraferma, è stato danneggiato da un’esplosione che ha causato tre morti. Una delle corsie stradali è crollata in mare, mentre il ponte ferroviario adiacente è stato danneggiato. Dopo alcune ore, il traffico leggero è ripreso nella corsia rimasta in piedi.

Il governo ucraino non ha rivendicato ufficialmente l’attacco, che ha colpito una delle infrastrutture strategiche per rifornire le truppe russe che operano nel sud dell’Ucraina. L’attacco contro il ponte è considerato da molti una «linea rossa» per il presidente russo Vladimir Putin, che lo ha personalmente inaugurato e gli attribuisce un enorme valore simbolico.

L’attacco

L’attacco che ha colpito il ponte è avvenuta nella mattina di sabato, prima dell’alba. Nei filmati girati dalle telecamere di sicurezza si vede una grande esplosione che sembra originata da un camion nella corsia del ponte diretta in Crimea. La detonazione ha coinvolto un treno carico di carburante in attesa sul vicino ponte ferroviario. Il treno ha continuato a bruciare per tutta la mattina, danneggiando la struttura del ponte che per il momento è rimasta in piedi. Secondo il governo russo, l’esplosione è stata causata da un camion riempito di materiale esplosivo, lo stesso che si vede nei filmati di sicurezza. Tre civili, che si trovavano in un’automobile accanto al camion, sono morti nell’esplosione.

I russi hanno diffuso le immagini di quello che sostengono essere il veicolo responsabile dell’esplosione durante un controllo di polizia all’ingresso del ponte. Dall’analisi dei filmati e dalle immagini dei danni, esperti e analisti hanno escluso che l’esplosione possa essere stata causata da un missile. Ci sono opinioni discordanti invece per quanto riguarda la possibilità di uno scoppio prodotto da una bomba piazzata sotto il ponte o da un’imbarcazione esplosiva. Se l’ipotesi del camion bomba venisse confermata, è possibile che si sia trattato di un attacco suicida.

Nel pomeriggio di sabato, la corsia del ponte stradale rimasta in piedi è stata riaperta al traffico dei veicoli leggeri, che vengono fatti passare dieci alla volta dopo accurati controlli, ha fatto sapere il Cremlino.

Gli autori

Per tutta la giornata di sabato gli ucraini hanno celebrato il danneggiamento del ponte sui social network. «L’incrociatore Moskva e il ponte di Crimea – due importanti simboli dell’occupazione russa della Crimea – sono stati distrutti. Quale sarà il prossimo?», ha twittato ad esempio il ministero della Difesa ucraino.

Il governo ucraino, però, non ha ammesso l’attacco e il presidente Volodymyr Zelensky è rimasto in silenzio per tutta la giornata. L’unica parziale ammissione è arrivata da alcune fonti anonime che hanno parlato con il quotidiano Ukrainska Pravda, secondo cui dietro l’attacco ci sarebbero i servizi di sicurezza ucraini. Nel pomeriggio, però, il consigliere di Zelensky Podolyak ha scritto su Twitter che l’attacco è probabilmente il frutto di uno scontro intestino alla Russia, in cui i servizi di sicurezza si oppongono alle forze armate. Sarebbero stati i primi a distruggere il ponte, per mettere in ulteriore imbarazzo i comandi militari. I russi, invece, non ha dubbi e hanno definito l’attacco «un atto terroristico ucraino».

Le conseguenze

Costruito tra il 2018 e il 2020 e costato circa quattro miliardi di euro, il ponte di Crimea, chiamato spesso ponte di Kerch, è lungo 19 chilometri e ha un enorme valore simbolico per Putin, che lo ha personalmente inaugurato guidando il primo camion che lo ha attraversato. Il Cremlino ha più volte segnalato che un attacco contro il ponte avrebbe causato un’escalation del conflitto e rappresaglie contro gli ucraini.

Il ponte ha anche un’importanza strategica ed è uno snodo chiave per il trasporto dei rifornimenti alle truppe russe impegnate nell’Ucraina meridionale, in particolare le forze che cercano di resistere all’offensiva ucraina contro Kherson. Se il ponte non dovesse essere riaperto al traffico pesante e se il tratto ferroviario si rivelasse troppo danneggiato per consentire il passaggio dei treni, le truppe russe potrebbero trovarsi in difficoltà, anche se parte dei rifornimenti potrà comunque essere trasportato tramite imbarcazioni.

L’unica altra via di collegamento terrestre tra Kherson e le basi russe è rappresentato dalla linea ferroviaria che partendo da Krasnodar, in Russia, passa per Mariupol e Melitopol, due città ucraine occupate nei mesi precedenti. Soltanto un tratto di questa linea è a binario doppio. La linea è inoltre vulnerabile all’artiglieria a lungo raggio ucraina, come i famigerati Himars americani, che possono colpire con precisione un bersaglio a 70 chilometri di distanza.

La reazione di Putin

Opinionisti e commentatori russi hanno chiesto un’immediata rappresaglia, ma per il momento il Cremlino ha minimizzato l’importanza dell’attacco. L’immediata riapertura al traffico leggero e l’annuncio del passaggio di treni passeggeri sul ponte ferroviario, mostrano che per il momento il governo russo non intende prendere troppo seriamente l’attacco.

Secondo l’analista Tatiana Stanovaya, è possibile che Putin decida di ignorare l’episodio, piuttosto che sfruttarlo per una nuova escalation che rischia di portarlo su una strada senza uscita. Il presidente russo ha appena adottato una decisione drammatica ordinando la prima mobilitazione militare dalla fine della Seconda guerra mondiale e non è affatto detto che sia pronto ad alzare di nuovo la tensione.

Anche perché per il momento, il suo prezioso ponte, pur danneggiato, è ancora in piedi.

 

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