Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha deciso di revocare il divieto di utilizzo delle app cinesi TikTok e WeChat, imposto dal suo predecessore Donald Trump, il 20 settembre 2020. Al suo posto, Biden ha proposto di avviare una revisione delle piattaforme controllate dagli avversari politici per valutare i rischi in termini di sicurezza.

Secondo le nuove indicazioni della Casa Bianca, dunque, spetterà al dipartimento del Commercio spetterà verificare che le applicazioni di proprietà, controllate o soggette alla giurisdizione di un paese straniero, inclusa la Cina, non mettano a rischio la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e i dati sensibili degli americani. Due relazioni separate del Segretario al Commercio sulle raccomandazioni di azioni e misure esecutive e legislative aggiuntive dovranno invece essere completate rispettivamente in 120 giorni e 180 giorni.

Un nuovo ordine contro Trump

Le misure attuate da Trump sono state bloccate dai giudici federali, secondo i quali la precedente amministrazione non aveva dimostrato che le app cinesi rappresentassero una minaccia tale da giustificare un divieto.

Il nuovo ordine, dunque, ha come primo obiettivo chiarire quali siano questi criteri di valutazione su applicazioni straniere e stabilire da che punto in poi queste vengano considerate pericolose per la privacy dei cittadini. I dati sensibili, infatti, che includono informazioni personali identificabili e informazioni genetiche, potrebbero finire nelle mani di persone direttamente collegate alla Cina.

Secondo quanto fatto sapere da un alto funzionario dell'amministrazione Usa, è inoltre in corso una valutazione, non collegata alla revisione di utilizzo di TikTok negli Usa, sulla vendita della piattaforma a una società americana.

Il blocco di Trump

TikTok, che è stato scaricato più di 100 milioni di volte negli Stati Uniti, è stato coinvolto nella "furia" di Trump sulle aziende tecnologiche cinesi e la loro influenza negli Stati Uniti. Dopo più di un mese di minacce, ha deciso definitivamente di eliminarla (insieme a WeChat) dagli app Store statunitensi, impedendone di fatto l'acquisto.

L'amministrazione dell'ex presidente, infatti, sosteneva che i dati privati degli americani erano raccolti attraverso l'app e venivano poi consegnati al regime autoritario cinese. Tuttavia, TikTok ha sempre negato le accuse.

Nel frattempo, diverse sono state le cause portate avanti per evitare che il divieto entrasse in funzione. Una fra le tante è stata portata avanti da un gruppo di influencer statunitensi, che hanno accusato il presidente di violare il loro diritto costituzionale alla libertà di espressione. 

È stato poi un giudice federale ha bloccare definitivamente il tentativo dell'amministrazione Trump di vietare TikTok negli Stati Uniti, trovando che presidente avesse abusato della propria autorità per mettere la popolare piattaforma fuori mercato.

A febbraio scorso, subito dopo l'insediamento alla Casa Bianca, l'amministrazione Biden ha chiesto a un giudice federale di sospendere il contenzioso sul divieto, mentre veniva esaminata la sentenza.

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