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A vent’anni dall’attentato terroristico più devastante della storia, per comprendere il contesto in cui fu concepito occorre risalire alla genesi di Al Qaeda, seguendo la via tortuosa che lega le caverne di Tora Bora ai grattacieli di Manhattan.
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Inizialmente, Al Qaeda aveva interessi puramente tattico-militari, una sorta di forza speciale jihadista, con un basso profilo politico-strategico.
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Ma sul finire degli anni Novanta avvenne l’innesto di militanti del Gruppo islamico egiziano, della Jihad islamica di al Zawahiri e di estremisti pakistani come Khalid Sheikh Mohammed, che fissarono obiettivi più ambiziosi e spinsero Bin Laden a espandere il raggio d’azione del gruppo.
A vent’anni dall’attentato terroristico più devastante della storia – quasi tremila morti e oltre seimila feriti nel crollo delle Torri gemelle – per comprendere il contesto in cui fu concepito occorre risalire alla genesi di Al Qaeda, seguendo la via tortuosa che lega le caverne di Tora Bora ai grattacieli di Manhattan. In quest’ottica è utile ricostruire le origini del movimento jihadista e i suoi protagonisti. Le gesta di Masada Il primo a dare una dimensione transnazionale alla militanz



