Non si ferma l’offensiva aerea russa contro l’Ucraina. Secondo il comando dell’aviazione di Kiev, almeno 18 missili e sei droni suicidi sono stati lanciati questa mattina in un nuovo attacco contro le infrastrutture energetiche e logistiche del paese che il governo russo giustifica con la «mancanza di volontà» di partecipare ai negoziati da parte dell’Ucraina.

Tra gli obiettivi colpiti ci sono una centrale a gas nell’est del paese, una fabbrica di missili nella città di Dnipro e quello che i militari ucraini hanno definito un “centro logistico” nella città di Odessa. Secondo gli ucraini, almeno quattro persone sono morte in un bombardamento nella regione di Zaporizhzhia, mentre altre 14 sono rimaste ferite nell’attacco su Dnipro.  

Con oggi, il totale dei missili lanciati contro l’Ucraina nel corso dell’ultima settimana è arrivato a 148 a cui vanno aggiunti 26 droni suicidi. Gli ucraini sostengono di aver intercettato 102 bersagli in questo periodo. Diversi filmati che mostrano la distruzione di missili russi da parte di intercettori ucraini sono circolati su Telegram e Twitter negli ultimi giorni. In diversi casi, l’intercettazione è stata attribuita ai Nasam e agli Iris-T, i nuovi sistemi antiaerei inviati in Ucraina da Norvegia e Germania.

L’attacco scatenato in questi giorni è il più massiccio dallo scorso 10 ottobre, quando le forze armate russe hanno iniziato una campagna di attacchi sistematici contro obiettivi civili ucraini, come centrali energetiche e reti elettriche. Si tratta di una campagna aera invocata per mesi dai falchi del Cremlino e che ha l’obiettivo di piegare il morale della popolazione. L’utilità militare di questi attacchi però rimane dubbia.

Nell’ultimo mese e mezzo, i bombardamenti russi non hanno impedito alle forze ucraine di continuare ad avanzare nell’est del paese e di riconquistare la città di Kherson, l’unico capoluogo regionale che i russi erano riusciti ad occupare dall’inizio dell’invasione lo scorso 24 febbraio.

Negli ultimi giorni, gli attacchi russi hanno lasciato circa 7 milioni di ucraini senza elettricità e riscaldamento mentre le prime intense nevicate iniziano a cadere sul paese. I servizi di emergenza ucraini sono al lavoro per riparare le reti energetiche, ma le forniture energetiche restano instabili in buona parte del paese.

Le condanne per il volo Mh17

Nel frattempo un tribunale olandese ha condannato tre persone e ne ha assolto un quarto per l’abbattimento del volo Mh17 della Malaysia Airlines, distrutto da un missile nel 2014 mentre era in volto sull’Ucraina orientale. Tutte le 298 persone a bordo sono rimaste uccise.

L’aereo, hanno stabilito numerose inchieste, è stato abbattuto da un missile russo lanciato dai cosiddetti ribelli filorussi che in quei giorni combattevano contro il governo di Kiev. Il tribunale ha condannato in contumacia due cittadini russi, Igor Girkin e Sergey Dubinsky e il cittadino ucraino Leonid Kharchenko. Il quarto imputato, Oleg Pulatov, è stato invece assolto.

Prorogato l’accordo sul grano

Russia e Ucraina hanno prorogato di altri 120 giorni l’accordo sulle esportazioni del grano ucraino. L’accordo, siglato la scorsa estate e già sospeso una volta da Mosca, continuerà per altri quattro mesi evitando una crisi alimentare per tutti quei paesi in via di sviluppo che dipendono dal grano ucraino.

La buona riuscita dell’intesa, sotto la supervisione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan e delle Nazioni unite, ha permesso a Kiev di esportare lo scorso settembre quasi le stesse quantità alimentari dei livelli del pre guerra. A Istanbul i funzionari turchi e dell’Onu continueranno le operazioni nel centro di coordinamento per far entrare e uscire i mercantili dai porti ucraini verso il mar Nero.

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