Nel conflitto in Ucraina è in atto un sorprendente salto di qualità nelle capacità ucraine di offendere. Come? Innanzitutto, per usare le parole del consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, l’attesa controffensiva non è da considerarsi come un evento singolo che inizierà «con il solenne taglio di un nastro rosso», ma più come una serie di azioni che già sono iniziate.

In questa nuova capacità offensiva ucraina c’è da annoverare l’incursione (ancora abbastanza misteriosa) di partigiani russi in azione a Belgorod, coordinati dall’intelligence ucraina. Un caso isolato o il primo puzzle di una nuova strategia? Oleksyi Danilov, segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale ucraina non ha dubbi: attacchi come quelli compiuti nella regione russa di Belgorod potrebbero ripetersi in altre zone della Russia a causa «del numero di cittadini russi contrari al regime» rispetto all’invasione ucraina.

E non a caso il comandante del Corpo dei volontari russi, Denis Kapustin, ha riferito che i combattenti russi che si oppongono a Putin responsabili dell’attacco a Belgorod torneranno presto in Russia. Il comandante ha ammesso che l’Ucraina ha sostenuto il suo corpo con informazioni, carburante e medicine, ma ha aggiunto: «Ogni decisione che prendiamo oltre i nostri confini però è una nostra decisione». Una frase detta probabilmente per evitare che Kiev venga coinvolta direttamente nelle responsabilità dell’attacco sul suolo russo.

La risposta russa

Mosca ha reagito duramente all’incursione di Belgorod annunciando che c’è una intesa con la Bielorussia per spostare nel suo territorio armi atomiche. Una intesa che, secondo Peter Stano, portavoce della Commissione europea per gli affari esteri, accresce l'escalation. «L’Unione europea seguirà molto da vicino come questo accordo verrà applicato e reagirà in modo appropriato», ha detto Stano.

Inoltre, grandi convogli militari russi hanno attraversato la regione ucraina di Lugansk, al confine russo. Lo ha reso noto il consigliere del ministero dell’Interno di Kiev, Anton Gerashenko, commentando che il Cremlino «ha deciso di rafforzare le difese delle regioni di Belgorod, Bryansk e Kursk dopo un’operazione di sabotaggio riuscita a Belgorod». «Ciò significa indebolire le difese russe di prima linea nelle regioni di Lugansk e Donetsk», ha sottolineato Gerashenko.

Il drone sul Cremlino

Ma c’è un altro elemento da sottolineare in questo cambio di paradigma. Secondo le agenzie di intelligence statunitensi, dietro lo spettacolare attacco con droni al Cremlino di tre settimane fa ci sarebbero i servizi segreti ucraini. Lo ha scritto il New York Times. Anche se le agenzie americane non sanno esattamente chi abbia compiuto l’attacco, ma presumono che sia parte di una serie di operazioni segrete orchestrate dall'intelligence di Kiev. Le fonti del Nyt hanno riferito che le agenzie di intelligence americane ritengono che sul campo ci siano diverse unità ucraine in grado di condurre operazioni limitate all'interno della Russia.

L'obiettivo primario dei servizi ucraini è il presidente russo Vladimir Putin, ha affermato il vice capo della Direzione principale dei servizi di Kiev, Vadym Skibitsky, in un'intervista. Questo perché il capo del Cremlino «coordina e decide cosa succede».

Nel mirino di Kiev anche il fondatore del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin il “cuoco di Putin” che non smette di dichiarare di aver conquistato Bakhmuth confrontandola a Stalingrado mentre gli ucraini rivendicano di essere ancora presenti in città. Il Cremlino replica sottolineando che i servizi incaricati della sicurezza del presidente russo «conoscono il loro lavoro». E Prigozhin ha commentato: «È comprensibile che Putin e io siamo obiettivi di Kiev», ma così facendo nello stesso tempo ha confermato il salto di qualità nelle capacità ucraine di offendere e colpire sempre più a fondo nel territorio russo o i suoi leader più simbolici.
 

© Riproduzione riservata