- «Costruire una nuova stagione». È questo l’obiettivo – annunciato all’apertura dei lavori dal ministro degli Esteri Antonio Tajani – della conferenza.
- Il presidente tunisino Saied è il primo a parlare dei rappresentanti invitati. «Non è più possibile trovare delle soluzioni a questo fenomeno con accordi bilaterali», ha detto, prima di accusare il colonialismo di essere una delle cause scatenati dei flussi migratori.
- La conferenza, però, è anche l’occasione giusta per l’Italia per cercare di convincere alcuni stati africani a votare in suo favore nello scrutinio segreto che si terrà a Parigi a fine 2023.
«Immigrazione» e «cooperazione», sono le due parole più pronunciate dalla premier Giorgia Meloni in occasione della grande conferenza organizzata a Roma sul tema. Manca all’appello il tanto decantato Piano Mattei, diventato oramai uno slogan di politica interna e di cui ancora non c’è traccia. In una Farnesina blindata e con un «caldo atroce», come rimarcato dal premier libico Abdel Hamid Dbeibeh all’apertura dei lavori, le delegazioni dei venti stati partecipanti alla conferenza sono stati



