- È una vetta senza precedenti che segnala una crescita dello 0,7 percento rispetto al 2020 e un incremento del 12 percento negli ultimi dieci anni.
- In molti casi le armi, esportate dai maggiori spenditori, prima vengono inviate per “aiuto”, come nei casi dell’Afghanistan, dell’Iraq o della stessa Ucraina, poi, una volta terminato il confronto militare, restano sul territorio e finiscono sempre in mani sbagliate.
- L’elenco degli esempi di ammassamenti di armi sfociati in drammatici fallimenti è talmente lungo da apparire imbarazzante.
«La storia ha una sua importanza. Dimostra chiaramente che la corsa al riarmo in nome di una presunta deterrenza che garantirebbe equilibri e pace è una pura illusione», dice Raul Caruso, professore ordinario di politica economica alla Cattolica di Milano e direttore di Peace Economics, Peace Science and Public Policy. «Ha fallito fin dai tempi di Atene e Sparta, di Alessandro Magno, nella Prima guerra mondiale tra Francia e Germania, e continua a fallire oggi». Deve essere quindi l’ignoranza



