«L'Italia aveva ragione, l'Europa doveva intervenire. E questo è quello che abbiamo fatto». Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel discorso sullo stato dell'Unione 2021. La presidente ha iniziato dicendo che ricorda perfettamente l’inizio della pandemia e le richieste di aiuto dell’Italia per affrontare la diffusione esponenziale dei casi da Covid-19. 

Rispetto alla campagna di vaccinazione, Von der Leyen ha dichiarato che «è un successo. Quello che conta sono le ferme e crescenti consegne di vaccini agli europei e al mondo. A oggi 200 milioni di vaccini sono stati distribuiti nell'Ue. Sono abbastanza per vaccinare almeno la metà della popolazione adulta europea almeno una volta. Nè Cina o Russia, si avvicinano minimamente» a queste cifre, ha precisato. Sembrerebbe dunque che le problematiche iniziali siano rientrate. Da quando la campagna vaccinale è partita, infatti, a fine gennaio, ci sono stati diversi intoppi rispetto agli accordi presi con le case farmaceutiche. E proprio in funzione di questi ritardi sulle dosi da consegnare a Bruxelles entro le date prestabilite, L’Ue ha deciso di fare cusa ad AstraZeneca. 

Andando avanti nel suo discorso, Von der Leyen ci ha tenuto a ricordare che il 21 maggio incontrerà personalmente il presidente del Consiglio Mario Draghi, a Roma, dove si terrà il vertice sulla salute. «Dobbiamo muoverci da soluzioni ad hoc sulla pandemia ad un sistema che funzioni per tutto il mondo. Vogliamo discutere di cooperazione internazionale. Il nostro rinascimento sulla salute inizia a Roma», ha detto.

«L'Ue è pronta a discutere qualsiasi proposta che affronti la crisi» del Covid-19 «in modo efficace e pragmatico. Questo è il motivo per cui siamo pronti a discutere di come la proposta degli Stati Uniti per una deroga alla protezione della proprietà intellettuale» dei brevetti «per i vaccini potrebbe aiutare a raggiungere tale obiettivo», ha aggiunto la presidente della Commissione europea. Su questo aspetto, l’Ue finora si era detta contraria, ma adesso sembra aver cambiato idea. 

Per concludere il suo discorso, Ursula von der Leyen ha scelto di citare don Lorenzo Milani, che sul muro della scuola di Barbiana, piccolo paese vicino Firenze, ha scritto «I care», cioè assumere responsabilità. «Gli europei hanno dimostrato con le loro azioni cosa significa. Questo deve essere il motto dell'Europa. We care», ha concluso. 

© Riproduzione riservata