In Brasile a fine mese si celebrerà il secondo turno delle elezioni presidenziali, dopo che il primo di ieri non ha visto nessun trionfatore netto. Nessuno dei candidati, infatti, è riuscito a superare il 50 per cento che gli avrebbe permesso di portare a casa la vittoria senza dover correre al ballottaggio, neanche l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, lo sfidante dell’uscente Jair Bolsonaro, dato in netto vantaggio da settimane nei sondaggi. 

Invece, alla fine, si delinea un testa a testa. Lula ha ottenuto il 48,4 per cento dei voti, mentre Bolsonaro il 43,2, ma i due avversari sono passati in testa entrambi per brevi periodi durante i conteggi delle preferenze. Bolsonaro ora rischia di essere il primo presidente uscente che perde la rielezione nella storia del Brasile moderno, mentre Lula spera di portare a termine il suo ritorno in politica dopo la risoluzione delle vicende giudiziarie che l’hanno visto condannato ingiustamente. 

Il secondo turno

Ora, dovranno affrontare insieme il secondo turno, in programma per il 30 ottobre prossimo. Il voto sarà osservato in tutto il mondo sia per la distanza estrema tra i due candidati e la visione di ciascuno per uno dei paesi più grandi del Sudamerica, sia perché Bolsonaro ha già annunciato di temere brogli elettorali. Non è detto quindi che accetterebbe una sconfitta, in maniera non dissimile da quello che era successo a Donald Trump dopo le elezioni americane del 2020. C’è anche chi teme manifestazioni simili a quelle che portarono all’attacco del Campidoglio il 6 gennaio 2021

Anche tanti parlamentari e governatori alleati di Bolsonaro hanno già potuto celebrare una rielezione, come il governatore di destra dello stato di Rio de Janeiro e una parte dei suoi ministri uscenti, come quello dell’Ambiente, che ha avallato l’aumento della deforestazione avvenuto durante gli ultimi quattro anni, o quello della Salute, responsabile della controversa gestione del Covid nel paese sudamericano. 

I sostenitori di Bolsonaro, che in tanti si sono recati al voto indossando la divisa della nazionale di calcio, diventata un segno distintivo degli elettori di destra, hanno festeggiato la rimonta del loro beniamino nella notte. 

Mentre il presidente uscente mira ad allargare ulteriormente la possibilità di detenere armi, si schiera contro i diritti civili come aborto e la legalizzazione delle droghe e ha intenzione di vendere la società petrolifera statale, Lula punta su un programma che migliori la situazione dei meno abbienti grazie a maggiori tasse sui ricchi e vuole garantire a tutta la popolazione «tre pasti caldi al giorno». 

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