Dopo quattro giorni di trattative a Roma è stato firmato uno storico accordo tra gli ex ribelli tuareg e il governo maliano.

Il testo sancisce la collaborazione tra i movimenti armati presenti nel nord del paese e l’esecutivo centrale e ha l’obiettivo di favorire la pace, la sicurezza e la stabilità nell’area Sahelo-sahariana, in un’ottica di sostegno all’applicazione dell’accordo di Algeri siglato nel 2015.

L’incontro arriva dopo la firma della dichiarazione di Roma, siglata il 6 maggio scorso con la mediazione della onlus Ara Pacis initiatives for peace e della sua presidente Maria Nicoletta Gaida alla presenza del ministro degli Esteri e della cooperazione internazionale Luigi di Maio.

Gli obiettivi

L’accordo ha definito gli obiettivi e la governance del coordinamento denominato Cadre Startegique permanant pour la reconciliation, la securité et le developpment. Si arriva così a un contributo fondamentale per il contrasto al terrorismo e all’immigrazione clandestina che hanno origine dal nord del Mali. Paese da dove parte la tratta sotto il controllo di trafficanti di esseri umani che arriva fino in Europa passando per l’Algeria e la Libia. L’accordo favorisce anche l’operazione di sicurezza Takuba che vede schierato il contingente italiano con le forze speciali che operano nella cosiddetta zona dei “tre confini” tra Mali, Niger e Burkina Faso, chiamata Liptako-Gourma.

Per implementare l’accordo Ara Pacis ha siglato un accordo di partenariato con il ministero della Riconciliazione del Mali in modo tale da sostenere tutte le attività di riappacificazione tra le parti. La sfida dei prossimi mesi è far fronte alle sanzioni annunciate dall’Ecowas (west african states monitoring group) nell’ultimo vertice dei capi di stato.

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