I ministri Tajani e Crosetto assicurano che gli italiani, compresi parlamentari e giornalisti, rientreranno tra il 6 e il 7 ottobre. La Sumud: «Barche speronate e idranti contro equipaggio». Belgio e Qatar condannano l’abbordaggio della Marina
Passata la notte e ripristinata per pochi minuti la connessione con alcuni degli attivisti a bordo delle navi della Global Sumud Flotilla, emergono ulteriori dettagli sull’abbordaggio della Marina israeliana iniziato intorno alle 20 del 1° ottobre a oltre 70 miglia nautiche.
Tutti gli attivisti intercettati sono stati arrestati, sono 400 secondo le autorità israeliane, e verranno portati nel carcere di Ketziot. Tra questi ci sono anche giornalisti e parlamentari italiani oltre che personalità come l’attivista svedese Greta Thunberg, l'ex sindaca di Barcellona Ada Colau, la parlamentare europea Rima Hassan e il nipote di Nelson Mandela.
Ma il numero degli arrestati potrebbe aumentare nei prossimi giorni. Ieri dalla Turchia sono partite altre 45 imbarcazioni con l’obiettivo anche loro di rompere il blocco navale e portare gli aiuti umanitari nella Striscia. Probabilmente la loro missione si concluderà come quelle degli ultimi mesi, ma il messaggio è chiaro: nonostante gli abbordaggi, le minacce e le violenze, la società civile continua a farsi sentire.
Speronamenti e idranti
Nella notte tra mercoledì e giovedì mentre le piazze d’Europa si riempivano di manifestanti, la Marina israeliana ha usato una tecnica chiara: prima ha abbordato le sei imbarcazioni più grandi e poi è passata a quelle più piccole. In alcuni casi l’abbordaggio è stato anche violento contro gli equipaggi. Le motovedette hanno «deliberatamente speronato in mare la nave Florida» mentre le barche «Yulara, Meteque e altre sono state prese di mira con idranti», ha fatto sapere la Gsf sul suo canale Telegram. «Questi attacchi illegali contro navi umanitarie disarmate costituiscono un crimine di guerra. Tutti i passeggeri a bordo sono illesi», hanno aggiunto dal movimento.
Sedici motovedette dell’unità di commando navale Shayetet 13 della Marina israeliana hanno abbordato e sequestrato in totale 41 delle 47 imbarcazioni. Quattro sono ferme in mare aperto a causa di problemi tecnici, mentre due – ha fatto sapere la Gsf in un comunicato nel pomeriggio – sono ancora in navigazione.
Tra queste c’è la Mikeno, battente bandiera francese e ancora incontattabile, che in un primo momento era stato annunciato fosse arrivata in acque palestinesi ma successivamente la notizia è stata smentita. L’altra è la Marinette, battente bandiera polacca, con sei passeggeri a bordo che è costantemente monitorata dall’Idf.
Gli arrestati
Tra gli attivisti fermati dall’Idf ci sono anche 40 italiani come confermato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. Nella lista figurano i parlamentari Arturo Scotto (Pd), Annalisa Corrado (Pd), Benedetta Scuderi (Avs) e Marco Croatti (M5S).
Una volta in carcere verranno espletate tutte le procedure per i rimpatri. «A tutte le persone fermate verrà poi chiesto se intendono firmare un documento in cui si dichiarano responsabili dell'ingresso illegale in Israele e di accettare l’espulsione: in questo caso lascerebbero il paese molto presto», hanno detto i legali della Flotilla. Gli italiani dovrebbero partire tra il 6 e il 7 ottobre attraverso dei voli che partiranno dall’aeroporto di Ben Gurion.
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha detto che «stanno tutti bene» e già potrebbero essere visitati domani dall’ambasciatore a Tel Aviv, Luca Ferrari. Ma se per i cittadini europei il rientro è assicurato, diversamente si può dire per i tunisini e algerini arrestati.
Le reazioni
In Italia la maggioranza ha più volte attaccato gli attivisti della Flotilla, in Europa, invece, alcuni governi hanno preso posizioni diverse. Il ministro degli Esteri belga Maxime Prevot ha definito «inaccettabile» il sequestro delle imbarcazioni da parte dell’Idf e ha affermato di aver convocato l'ambasciatore israeliano. «Il modo in cui sono stati abbordati e la posizione in acque internazionali sono inaccettabili, ecco perché ho convocato l'ambasciatore», ha detto Prevot.
Il ministero degli Esteri del Qatar ha definito il sequestro di massa come una zminaccia alla sicurezza marittima e alla libertà di navigazione» e ha chiesto che «i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni». Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, si è congratulato con l’Idf e i servizi d’intelligence per quella che ha definito «un’esemplare prestazione nel fermare e neutralizzare la flotilla terroristica diretta a Gaza». «Un'opera sacra nel bel mezzo del giorno sacro: per la sicurezza dello Stato di Israele».
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