Almeno 40 palestinesi, tra cui diversi bambini, sono stati uccisi sabato 16 agosto nei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, secondo quanto riferito dall’agenzia della difesa civile. I raid hanno colpito in particolare i quartieri di Zeitoun e Tal al-Hawa, a Gaza City, dove secondo il portavoce Mahmoud Bassal ci sono oltre 50mila civili senza cibo né acqua.

L’agenzia palestinese Wafa ha inoltre riferito di sette morti in un attacco che ha colpito l’ospedale Al Ahli di Gaza City, mentre il ministero della Sanità locale ha aggiornato a 61.897 il bilancio complessivo delle vittime dall’inizio del conflitto, con 155.660 feriti. Tra le vittime degli ultimi giorni figurano anche 251 persone morte di fame, inclusi 108 bambini.

Il Cogat, l’organismo del ministero della Difesa israeliano responsabile degli affari civili nei Territori, ha annunciato la distribuzione di tende e rifugi temporanei in vista di un nuovo spostamento forzato della popolazione verso il sud della Striscia, nell’ambito della preparazione all’offensiva su Gaza City e i campi profughi limitrofi. Hamas ha definito la mossa un «brutale assalto per occupare Gaza».

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Il pugno duro di Benjamin Netanyahu si è rivolto anche contro il dissenso interno. In tutto Israele si è svolto lo sciopero generale convocato su iniziativa del Consiglio di ottobre, un coordinamento che raccoglie al suo interno famiglie degli ostaggi, vittime del 7 ottobre e sopravvissuti. L’organizzazione chiede lo stop alla guerra a Gaza e il ritorno in Israele dei cinquanta ostaggi lì trattenuti. Il fatto che il gabinetto di guerra abbia dato il via libera al piano di occupazione totale della striscia ha innescato vive proteste, dato che lo stesso esercito israeliano (Idf) aveva ammonito che l’operazione avrebbe messo a repentaglio gli ostaggi. «Il popolo di Israele vuole che i nostri fratelli e sorelle tornino a casa», ha detto il presidente della Repubblica israeliano Isaac Herzog, mentre i manifestanti affollavano le strade.Ma contro chi protestava Netanyahu ha usato repressione – sono stati utilizzati cannoni ad acqua per disperdere la folla e oltre trenta manifestanti sono stati arrestati – e negazione: ha sostenuto ieri «lo sciopero nazionale non fa che allontanare di più il momento della liberazione dei nostri ostaggi». La reazione dei familiari: «Il premier mente all’opinione pubblica».

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