L’episodio ha suscitato l’indignazione dell’Autorità nazionale palestinese, che lo ha definito «una provocazione» e «un atto di terrorismo psicologico e fisico»
Il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, ha pubblicato sui social un video in cui lo mostra in visita al leader di Fatah detenuto in Israele, Marwan Barghouti. Nelle immagini Ben-Gvir lo apostrofa dicendo: «Non vincerete. Chiunque si metta nei guai con la nazione di Israele, chiunque uccida i nostri bambini e le nostre donne, lo spazzeremo via. Dovreste saperlo, questo è successo nel corso della storia», si sente Ben Gvir dire a un Barghouti dall'aspetto consunto.
Come riporta il Times of Israel, quelle pubblicate da Bn Gvir sono le prime immagini che si hanno di Barghouti in oltre un decennio. La sua famiglia sostiene che l'uomo è stato messo in isolamento dopo l'attacco di Hamas a Israele il 7 ottobre 2023 e che è stato ripetutamente e brutalmente picchiato dalle guardie carcerarie.
Barghouti, 66 anni, è in carcere dal 2002 ed è stato condannato a cinque ergastoli per il suo ruolo nella pianificazione degli attacchi che hanno portato alla morte di cinque civili durante la seconda Intifada. Popolare tra i palestinesi, Barghouti è considerato un potenziale successore del presidente dell'Anp, Abu Mazen. I palestinesi chiedono da tempo la sua liberazione, ma Israele si è sempre opposto. Si tratta della prima registrazione pubblica di Barghouti in oltre dieci anni.
L’episodio ha suscitato l’indignazione dell’Autorità nazionale palestinese, che lo ha definito «una provocazione» e «un atto di terrorismo psicologico e fisico» contro i prigionieri e «una violazione delle convenzioni e delle norme internazionali e umanitarie». In un comunicato il ministero degli Esteri palestinese ha definito l’episodio «una provocazione senza precedenti e un atto di terrorismo di Stato organizzato».
La moglie di Barghouti, Fadwa, che guida una campagna internazionale per ottenere il suo rilascio, ha dichiarato di non riuscire a riconoscere il marito nel video.
Almeno 16 palestinesi morti durante attacchi israeliani
Gaza in attacchi israeliani iniziati all’alba. Lo riferisce Al Jazeera, citando fonti mediche locali. Secondo il ministero della Sanità di Gaza, nelle ultime 24 ore altre quattro persone sono morte per fame e malnutrizione, portando a 239 il numero complessivo delle vittime della carestia dall’inizio della guerra, tra cui 106 bambini.
L’allarme dell’Onu
Nelle ultime 48 ore gli attacchi israeliani si sono intensificati, colpendo in particolare la città di Gaza, Deir al Balah e Khan Younis. Lo ha denunciato il portavoce dell’Onu, Stephane Dujarric, sottolineando che i raid hanno preso di mira edifici residenziali e tende che ospitano sfollati, provocando un elevato numero di vittime. «Se l’operazione di terra nella città di Gaza dovesse proseguire – ha avvertito – migliaia di famiglie già in condizioni umanitarie gravissime rischiano di essere spinte oltre il limite».
Secondo Dujarric, l’86 per cento della Striscia è ormai soggetto a ordini di evacuazione o trasformato in zone militarizzate israeliane, impedendo alle organizzazioni umanitarie di fornire assistenza adeguata. Il divieto di ingresso di materiali per rifugi, in vigore da oltre cinque mesi, aggrava la situazione: «Con le temperature in aumento – ha aggiunto – centinaia di migliaia di persone restano senza protezione dal caldo, mentre quasi tutti a Gaza sono stati sfollati almeno una volta dall’inizio della guerra». Sono almeno 1.760 i palestinesi uccisi mentre cercavano aiuti a Gaza tra il 27 maggio e il 13 agosto, secondo gli ultimi dati resi noti dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani. Di questi 994 sono morti nelle vicinanze dei siti della Gaza Humanitarian Foundation e 766 lungo le rotte dei convogli di rifornimenti.
Cisgiordania: feriti in attacchi di coloni israeliani
In Cisgiordania, diversi palestinesi sono rimasti feriti in un attacco notturno da parte di coloni israeliani nel villaggio di Susya, a sud. Riprese video mostrano un uomo insanguinato trasportato in ospedale insieme alla moglie ferita. Secondo il Times of Israel, non ci sono stati arresti, una circostanza descritta come «estremamente rara» per episodi di violenza dei coloni, frequenti in tutta la regione. In un altro episodio, coloni avrebbero lanciato molotov contro case, veicoli e proprietà palestinesi nel villaggio di Atara, nella Cisgiordania centrale.
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