Israele ha colpito di nuovo la missione Onu in Libano. L’ira di Crosetto: «Non è un errore». Giovedì Tel Aviv decide sulle annessioni della Cisgiordania. Abu Dhabi: «È una linea rossa»
È la seconda volta dal cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah firmato nel novembre del 2024 che l’esercito dello Stato ebraico colpisce la missione di peacekeeping Onu nel sud del Libano. Quattro granate sono state sganciate da droni israeliani vicino ai caschi blu a Marwahin.
Secondo quanto riferito dall'Unifil, «una granata ha colpito a meno di 20 metri e tre a circa 100 metri dal personale e dai veicoli delle Nazioni Unite». L’ultimo attacco risaliva allo scorso 14 maggio, quando i soldati dell’Idf avevano colpito il perimetro di una posizione Unifil a Kfarchouba.
L’esercito israeliano ha detto che non è stato sparato alcun colpo deliberato contro i caschi blu e che le granate sono state lanciate per allontanare una «persona sospetta». L’Idf ha specificato anche che la sicurezza dei civili e delle forze israeliane rimane una priorità assoluta.
Nelle dichiarazioni sull’accaduto è stata omessa – volutamente – la priorità di garantire la sicurezza anche per il personale Onu. D’altronde, Tel Aviv non ha mai nascosto la sua contrarietà alla missione e proprio lo scorso 18 agosto ha ottenuto la sua vittoria al Palazzo di vetro di New York, con il Consiglio di sicurezza che ha votato a favore dello smantellamento della missione dopo un anno di estensione del mandato.
A inizio 2027, quindi, le forze di peacekeeping lasceranno l’area di confine con il Libano aprendo a uno scenario incerto e pericoloso. In una delle aree più tese in Medio Oriente non ci saranno più occhi indipendenti per monitorare le violazioni lungo il confine.
«Un atto grave»
«È un atto rilevante, grave. E la differenza con gli episodi passati è che questo fatto, che ha toccato Unifil ed anche il nostro contingente, non è un errore, una cosa accaduta indipendentemente dalla volontà dell'Idf ma, a quanto ha comunicato Unifil, una scelta precisa», ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto.
«Tanto precisa da parte loro quanto incomprensibile ed inaccettabile da parte nostra. Esprimerò con tutta la forza possibile al mio omologo israeliano la nostra totale disapprovazione (e qualcosa in più) per quanto accaduto», ha aggiunto il ministro. Da giugno la missione Onu è a guida italiana con il generale Diodato Abagnara e il contingente italiano è tra i più numerosi di Unifil.
Anche il ministero degli Esteri francese ha condannato «fermamente» l’attacco e ha detto che i caschi blu devono «essere in grado di attuare pienamente il loro mandato ed esercitare la libertà di movimento».
Distruzione a Gaza City
Intanto, a Gaza, l’esercito israeliano continua a uccidere al ritmo di oltre cinquanta persone al giorno da più di un mese. Altri attacchi hanno colpito tutta la Striscia uccidendo 67 persone, mentre l’Idf ha annunciato che l’offensiva su Gaza City sta entrando in una nuova fase che punta alla conquista del centro urbano e che quindi aumenterà l’intensità degli attacchi. Per questo motivo nelle ultime 72 ore si sono intensificate le evacuazioni che hanno interessato decine di migliaia di civili. In poche ore sono stati costretti ad abbandonare case e ricordi che durano da oltre 50 anni.
«Per le famiglie, la paura è costante», fa sapere il giornalista di Al Jazeera Hani Mahmoud presente sul posto. «Non è solo il rumore dei caccia e dei droni che ronzano in sottofondo, che sentiamo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 da quasi 23 mesi, ma è semplicemente la sensazione che un'intera città venga distrutta isolato per isolato, strada per strada», racconta.
Sull’altro fronte, quello della Cisgiordania, è attesa per il 4 settembre la riunione di gabinetto convocata dal premier Benjamin Netanyahu per discutere di ulteriori annessioni. Il ministro delle Finanze dell’estrema destra Bezalel Smotrich ha svelato un piano che prevede di annettere circa l’82 per cento della Cisgiordania.
La situazione è sempre più preoccupante, tanto che per la prima volta gli Emirati Arabi Uniti hanno detto che inglobare ulteriori parti del West Bank è una linea rossa. Se il governo israeliano non dovesse fermarsi anche gli storici accordi di Abramo rientreranno in discussione.
Di fronte all’immobilismo internazionale il premier spagnolo Pedro Sanchez ha detto che la risposta dell’Unione europea su Gaza è un «fallimento». «All'interno dell’Ue, ci sono paesi divisi su come influenzare Israele. Ma, a mio parere, questo è inaccettabile e non possiamo tollerarlo». Immediata la risposta dell’Alta rappresentante Ue, Kaja Kallas: «Mi rifiuto di accettare l'accusa secondo cui l'Europa sarebbe inattiva».
Finora, però, non è stata presa alcuna contromisura o sanzione nei confronti di Israele e i leader si sono limitati a dichiarazioni di condanna.
In 23 mesi a Gaza sono stati uccisi quasi 20mila bambini su oltre 63mila vittime totali. Altri 21mila minori, secondo i dati Onu pubblicati nelle ultime ore, sono stati resi disabili. E circa 40 chilometri di territorio è quasi interamente distrutto dai bombardamenti.
© Riproduzione riservata



