Nella notte, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato la risoluzione su Gaza che mette a terra il piano di pace steso da Donald Trump e i suoi collaboratori e riconosce il Board of peace. Durante il voto si sono astenute Cina e Russia.

Dopo la luce verde, le autorità palestinesi si sono spaccate: mentre l’Anp si è detta favorevole, Hamas ha criticato il testo, sottolineando che «non soddisfa le richieste e i diritti politici e umanitari del popolo palestinese» e impone un «meccanismo di tutela internazionale che il nostro popolo e le sue fazioni rifiutano». Secondo il movimento palestinese, la risoluzione «impone inoltre un meccanismo per raggiungere gli obiettivi dell'occupazione». Per l’Anp, invece, il testo riafferma il diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione e a uno Stato indipendente, oltre a chiedere la piena e immediata distribuzione degli aiuti umanitari.

«L’adozione della risoluzione rappresenta un passo importante nel consolidamento del cessate il fuoco, che il segretario generale Antonio Guterres incoraggia tutte le parti a rispettare. È ora essenziale tradurre lo slancio diplomatico in misure concrete e urgenti sul campo» ha detto il portavoce dell'Onu. «L’Onu si impegna a svolgere il ruolo affidatogli nella risoluzione – ha aggiunto – e Guterres sottolinea l'importanza di procedere verso la fase 2 del Piano Usa, che porti a un processo politico per il raggiungimento della soluzione a due Stati».

Tra i primi a complimentarsi per l’approvazione, ovviamente, l’autore del piano. Il presidente americano si è espresso sul suo social Truth: «Congratulazioni al mondo per l'incredibile voto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, tenutosi pochi istanti fa, che ha riconosciuto e approvato il Board of peace, che sarà presieduto da me e includerà i leader più potenti e rispettati del mondo. Questa sarà ricordata come una delle più grandi approvazioni nella storia delle Nazioni Unite, porterà a ulteriore pace in tutto il mondo ed è un momento di vera portata storica!»

A sostenere il testo anche la Francia, che nei mesi scorsi ha riconosciuto in maniera simbolica lo stato di Palestina. «Attraverso questo voto positivo, la Francia intende sostenere lo slancio politico che mira a porre fine in modo duraturo alla guerra a Gaza, a fornire aiuti umanitari commisurati ai bisogni, a prevenire una recrudescenza della violenza, a ripristinare la sicurezza e a creare le condizioni per un orizzonte politico credibile» ha detto l'ambasciatore di Parigi all'Onu Jérome Bonnafont.

Il diplomatico ha comunque voluto sottolineare che «qualsiasi cambiamento demografico o territoriale dell'enclave o qualsiasi occupazione di Gaza sono esclusi» e che «in Cisgiordania il perseguimento della politica di costruzione di insediamenti rappresenta una grave violazione del diritto internazionale e minaccia la prospettiva di una soluzione a due Stati».

Gli astenuti

«La Russia si è astenuta dalla risoluzione degli Usa su Gaza perché è qualcosa che semplicemente non potevamo sostenere» ha detto l'ambasciatore di Mosca all'Onu Vassily Nebenzia. Per Mosca, le intenzioni erano buone, ma il testo non includeva due elementi chiave: gli strumenti di responsabilità e controllo per il Consiglio di sicurezza e la formula fondamentale dei due Stati e due popoli.

Per Pechino, invece, «la bozza di risoluzione appena adottata è carente sotto molti aspetti ed è profondamente preoccupante. Qualsiasi accordo postbellico deve rispettare la volontà del popolo palestinese e dare pieno spazio al ruolo vitale dell'Autorità Nazionale Palestinese, ed è di particolare preoccupazione che la risoluzione non ribadisca esplicitamente un fermo impegno per la soluzione dei due stati, oltre a non garantire l'effettiva partecipazione delle Nazioni Unite e del Consiglio di Sicurezza».

Il commento di Israele

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha commentato l’approvazione del piano Usa attraverso una nota emessa dal suo ufficio: «Crediamo che il piano del presidente Trump porterà alla pace e alla prosperità perché insiste sulla completa smilitarizzazione, sul disarmo e sulla deradicalizzazione di Gaza. In linea con la visione del presidente Trump, ciò porterà a una maggiore integrazione tra Israele e i suoi vicini, nonché all'espansione degli Accordi di Abramo».

«La leadership rivoluzionaria del presidente Trump contribuirà a guidare la regione verso la pace e la prosperità e verso un'alleanza duratura con gli Stati Uniti», ha poi concluso l’ufficio del primo ministro in relazione al ruolo svolto del presidente Usa Donald Trump. 


  

Le dichiarazioni di Tajani

A margine della prima conferenza sull’italofonia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è espresso sull’approvazione del piano Usa per la ricostruzione della Striscia di Gaza:« Mi pare che si vada nella giusta direzione per passare alla fase 2 della pace a Gaza, trasformare veramente il cessate del fuoco in un'azione di pace». 

Sul ruolo dell’Italia nel nuovo processo Tajani ha detto che «la stabilità di quell'area è fondamentale. Noi faremo tutto ciò che è possibile per rafforzare una situazione di stabilità con l'obiettivo di arrivare ad una soluzione di due popoli e due Stati».  

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