Questa mattina Genova ha aperto il mare a quattro imbarcazioni cariche di aiuti umanitari destinati alla popolazione palestinese assediata nella Striscia di Gaza. È la prima ondata della Global Sumud Flotilla, la più ampia missione civile mai organizzata per rompere il blocco israeliano, una flotta di oltre 50 barche con delegazioni da 44 paesi. Ma è a Genova che l’azione è diventata movimento: 50.000 persone hanno partecipato sabato sera alla fiaccolata, in un’onda di partecipazione civile.

La sindaca di Genova, Silvia Salis, ha partecipato sabato sera alla fiaccolata organizzata a Genova in sostegno della Global Sumud Flotilla (FOTO ANSA)
La sindaca di Genova, Silvia Salis, ha partecipato sabato sera alla fiaccolata organizzata a Genova in sostegno della Global Sumud Flotilla (FOTO ANSA)

L’evento, partito dalla sede di Music for Peace a Sampierdarena e concluso al Porto Antico, è stato accompagnato da sindacati, parrocchie, studenti, associazioni laiche e religiose. Ha avuto il sostegno diretto della sindaca Silvia Salis, che ha parlato dal palco: «In una città medaglia d’oro per la Resistenza, si aiuta gli altri a resistere».

La sua presenza, insieme alla benedizione delle navi da parte di don Gianni Grondona in rappresentanza della Diocesi, ha dato alla missione un respiro trasversale, sociale e istituzionale.

«Obiettivo superato di sette volte»

L’operazione logistica è stata monumentale. L’obiettivo iniziale era raccogliere 45 tonnellate di beni in cinque giorni. Ne sono arrivati oltre 260, tanto da mettere in crisi i punti di raccolta. Music for peace e il CALP (Collettivo autonomo lavoratori portuali) hanno gestito i flussi insieme a decine di realtà: Croce verde, Croce bianca, Cgil, Anpi, circoli Pd, Caritas e fondazioni sanitarie. Il trasporto è stato offerto gratuitamente dai gruppi Spinelli e Grimaldi. Le navi partite da Genova sono dirette a Catania, dove si uniranno ad altri carichi in partenza dalla Sicilia il 4 settembre.

«A Genova abbiamo superato di sette volte l’obiettivo: oltre 300 tonnellate in cinque giorni», ha dichiarato la portavoce italiana della flottiglia, Maria Elena Delia. «Quattro barche sono partite stamattina per Catania: si uniranno a quelle in partenza giovedì anche da Siracusa, con le barche da Tunisi e Grecia, formeranno un’unica flottiglia verso Gaza. Nessun aiuto andrà perso: ciò che non imbarcheremo ora sosterrà i progetti di Music for peace in Sudan e le prossime missioni per Gaza, nel rispetto delle scadenze dei prodotti».

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Tra le centinaia di volontari e attivisti italiani presenti a bordo, c’è anche l’europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra Benedetta Scuderi. «L’inerzia dell’Europa davanti al genocidio e alla pulizia etnica in corso a Gaza le toglie credibilità ogni giorno di più», ha dichiarato, motivando la sua partecipazione alla missione. «È anche per questo che, da europarlamentare, ho deciso di unirmi alla Global Sumud Flotilla. Bisogna fare di tutto affinché il popolo palestinese riacquisti la propria dignità nella sua pienezza. Ora l’obiettivo è quello di mettere i governi definitivamente davanti all’evidenza ed alla gravità delle loro mancanze: si tratta di un’inazione che sfocia nella complicità».

Rompere l’isolamento

L’intento dichiarato della missione è quello di rompere l’isolamento. «La società civile può fare la differenza nell’importante tentativo di creare un corridoio umanitario via mare per dare supporto ad una popolazione ormai dilaniata», ha aggiunto Scuderi. «Ognuno di questi gesti conta tantissimo e lo dimostrano le straordinarie navi arrivate da Genova in questi giorni. Continuiamo a farci sentire e a mobilitarci».

L’appoggio alla Global Sumud Flotilla è arrivato anche da figure religiose. In una nota firmata congiuntamente, Noemi Di Segni (Ucei), Yassine Lafram (Ucoii), Abu Bakr Moretta e Yahya Pallavicini (Coreis), il Cardinale Matteo Maria Zuppi (Cei) e il presidente della moschea di Roma Naim Nasrollah hanno espresso la loro posizione: «L’abuso della religione per la sopraffazione altrui ci costringe ad assistere a una polarizzazione che si nutre di un fanatismo travestito da servizio verso il nostro comune Dio e il bene dei fedeli, assecondando una falsa giustizia superiore e nascondendosi dietro una finta fratellanza». E ancora: «La giustizia per il popolo palestinese, come la sicurezza per il popolo israeliano, passano solo per il riconoscimento reciproco, il rispetto dei diritti fondamentali e la volontà di parlarsi».

Il dialogo interreligioso, almeno in Italia, si è tradotto in un invito all’azione. E a Genova quell’azione ha preso il mare. La prossima tappa sarà la Sicilia: il 4 settembre partiranno le altre imbarcazioni dal porto di Catania, dopo un fitto programma di eventi pubblici, incontri e conferenze.

La nave ammiraglia partita da Genova porta un nome preciso: si chiama «Vik», in memoria di Vittorio Arrigoni. Una scelta che, da sola, è una dichiarazione. A confermare la portata politica dell’evento è anche la partecipazione di parlamentari come Alessandra Maiorino, Stefania Ascari e Laura Boldrini, attese alla conferenza stampa del 3 settembre a Roma, insieme a esponenti religiosi e membri della Freedom Flotilla Coalition.

Intanto, da Barcellona sono salpate venti imbarcazioni con attivisti da tutto il mondo, tra cui Greta Thunberg e Ada Colau. È un Mediterraneo che si muove, mentre l’Europa resta immobile.

Greta Thunberg è tra gli attivisti che, da Barcellona, si sono imbarcati con la Global Sumud Flotilla (FOTO EPA)

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