Fuoco ed esplosioni, droni e missili come ogni notte. Ma l'ultima notte, per l'Ucraina, è stata peggiore delle altre. L'elenco delle regioni bersagliate dall'ultimo massiccio attacco russo è molto lungo: Ivano-Frankivsk, Vinnytsia, Chernihiv, Kherson, Kharkiv e Odessa.

Lo è anche quello delle vittime: cinque civili hanno perso la vita nelle ultime ore. Ancora più lunga è la lista degli armamenti a cui hanno fatto ricorso le forze russe per sventrare le infrastrutture energetiche alle porte di un nuovo inverno di guerra: 50 missili e 500 droni d'attacco.

Bombe sui civili

A Leopoli si lamenta il più pesante attacco dall'inizio della guerra: il direttore della protezione civile Igor Tuza ha dichiarato che 78 droni e 12 missili si sono abbattuti contro la regione, dove un'intera famiglia di quattro persone è stata spazzata via dalle esplosioni.

Il primo cittadino Andriy Sadovyi chiede agli abitanti di non lasciare le abitazioni mentre i servizi d'emergenza cercano di spegnere gli incendi. Nella zona colpita dai razzi c'erano anche 110 pacifisti cristiani a bordo di un treno, scout cattolici italiani del Mean (Movimento Europeo di Azione Nonviolenta); adesso tutti sono rientrati sani e salvi in Polonia, ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Una casa colpita a Lapaivka (Afp)

È nella regione di Zaporizhzhia – quella che ospita la centrale nucleare più grande d'Europa – che il black out ha danneggiato decine di migliaia di persone, rimaste senza elettricità. Anche gli impianti ucraini della Naftogaz (già colpiti due giorni fa da altri 35 missili e 60 droni) hanno subito nuovi danni, ha riferito l'amministratore a Ukrainform (agenzia di notizie statale): «Gli impianti colpiti non hanno rilevanza militare».

I russi ambiscono, accusa l'agenzia energetica, a privare i civili del gas per il riscaldamento mentre si avvicinano i mesi di gelo. La versione di Mosca contraddice quella di Kiev: per la Difesa russa – che ha rivendicato: «Tutti gli obiettivi sono stati colpiti» – sono state bersagliate solo imprese del settore militare-industriale e infrastrutture del gas e dell'elettricità «utilizzando armi di precisione a lungo raggio, tra cui missili balistici ipersonici Kinzhal e droni d'attacco». Oltre all'operazione aerea, la Difesa russa rivendica nuove conquiste al fronte, dove l'avanzata continua.

Appello di Zelensky

Kiev non cambia toni delle sue accuse: a quelle già mosse dal presidenze Zelensky nei giorni scorsi, si aggiungono quelle della premier Yulia Svyrydenko che parla di «un altro atto terroristico deliberato contro i civili»: «Mosca continua a colpire case, scuole e impianti energetici, dimostrando che la distruzione rimane la sua unica strategia».

Il presidente ha rivolto un grave monito gli alleati: «Sfortunatamente, non c'è stata una risposta forte e degna da parte del mondo a tutto ciò che sta accadendo, alla portata e all'audacia in costante crescita degli attacchi».

È proprio questo silenzio che consente a Mosca di continuare a sbeffeggiare la comunità internazionale ed agire impunita, dice Zelensky: «È esattamente per questo che Putin agisce in questo modo: si limita a prendere in giro l'Occidente». Non è discorde Kaja Kallas: «La Russia non si fermerà finché non sarà costretta a farlo». Per l'Alta rappresentante, che promette sui social sostegno illimitato all'Ucraina, con armi e finanziamenti, Mosca sta mascherando con questi attacchi la sua «fallita offensiva».

Spettro Tomahawk

Durante i bombardamenti, ancora una volta, al fianco est della Nato in allerta, Varsavia ha ordinato ai suoi caccia di levarsi in volo in missione di ricognizione. È stato attivato il massimo livello di prontezza, riferiscono dal comando operativo polacco. Rimane alta la tensione nei cieli d'Europa, dalla Germania alla Lituania, per il volo dei droni misteriosi che continuano a provocare chiusure negli aeroporti e per gestire l'ultimo caos tra le nuvole.

Adesso però c'è anche una nuova linea rossa nelle relazioni bilaterali russo-statunitensi: i missili Tomahawk – armamenti con una gittata di migliaia di chilometri, in grado di colpire all'interno e in profondità del territorio russo – che gli ucraini chiedono da tempo agli americani.

Armamenti dalla potenza così estrema, che la loro eventuale fornitura sarebbe capace di compromettere il legame tra il Cremlino e i repubblicani a Washington. Lo ha detto, circa due mesi dopo l'incontro con l'omologo Usa sul tappeto rosso in Alaska, il presidente Putin a Rossiya1.

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