- Nei giorni scorsi gli iraniani, allarmati, hanno denunciato ancora una volta che gli azeri concedono la loro base militare di Sitalchai agli israeliani.
- Mentre Teheran protestava per i droni israeliani parcheggiati nella base azera, contemporaneamente anche i russi denunciavano un attacco azero contro i loro soldati impegnati in Nagorno-Karabakh.
- Anche la Georgia ha avuto la sua controversia, per la verità disarmata, con l’Azerbaigian, per una questione di confine e di chiese, finita comunque in tribunale.
Niente frena la turbolenza, la inguaribile frammentazione del Caucaso, anche in questo momento di crisi mondiale, con la barbara guerra in Ucraina. Basta il minuscolo, povero, montagnoso Nagorno-Karabakh, grande come mezza Umbria, conteso da Armenia e Azerbaigian, per mettere in allarme di volta in volta i due contendenti diretti, sorretti poi dai rispettivi protettori Russia e Turchia, a cui si accodano Iran e Israele. Una contesa simile sembra il rompicapo di bambini scatenati e ingovernab



