Nel giorno in cui le Nazioni unite hanno annunciato l’invio di una squadra di tecnici dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea) per supervisionare le condizioni della centrale di Zaporizhzhia, i filorussi hanno accusato le truppe di Kiev di aver colpito nuovamente l’impianto che si trova nel sud est dell’Ucraina.

Secondo Vladimir Rogov, rappresentante dell’amministrazione filorussa della città di Energodar, che fa parte della regione di Zaporizhzhia, i bombardamenti dell’esercito ucraino avrebbero colpito il tetto dell’edificio n.1 della centrale nucleare.

Secondo l’agenzia russa Ria Novosti nella struttura si troverebbe immagazzinato materiale radioattivo per alimentare i reattori. A far luce sull’accaduto e sugli eventuali danni ci penseranno i tecnici delle Nazioni unite che sono partiti nella mattina del 29 agosto da Vienna.

Il team avrà l’obiettivo di verificare e rinforzare lo stato di sicurezza della centrale nucleare per evitare che un’escalation militare possa causare una catastrofe nel cuore dell’Europa. Sarà la missione «più dura della storia» dell’Aiea ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, che ha accusato ancora una volta la Russia di mettere «a rischio di incidente nucleare non solo l’Ucraina ma anche il mondo intero».

Non è la prima volta che Mosca e Kiev si accusano a vicenda di bombardare l’area. Proprio per questo la comunità internazionale e i leader europei hanno chiesto più volte al segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, di intervenire mandando in missione la squadra di tecnici. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenski ha chiesto più volte che venga demilitarizzata la zona intorno alla centrale ma il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ribadito che per ora non è nell’intenzione di Mosca accontentare la sua richiesta.

La centrale di Zaporizhzhia è la più grande in Europa e dai primi giorni di marzo è sotto il controllo dell’esercito russo che ha continuato a tenerla attiva grazie ai tecnici ucraini rimasti a lavorare all’interno dell’impianto. Per la prima volta nella storia della centrale la scorsa settimana i russi avevano scollegato momentaneamente anche l’ultimo reattore rimasto attivo dalla rete elettrica che permette il suo raffreddamento, aumentando l’allerta a Kiev e nelle cancellerie europee.

La controffensiva a Kherson

A oltre sei mesi dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina la guerra sta cambiando volto. Da settimane l’esercito di Kiev ha iniziato la sua controffensiva colpendo punti strategici in Crimea, annessa dai russi nel 2014, che hanno indebolito la flotta aerea di Mosca di stanza nella penisola.

Alti funzionari dei servizi di sicurezza americani hanno detto alla Cnn che gli ucraini hanno iniziato anche a cambiare la loro strategia e a “rimodellare” le loro operazioni militari per portare avanti un’altra controffensiva nel sud del paese, che sarà portata avanti anche con il supporto dell’aviazione militare. «Abbiamo iniziato azioni offensive in varie direzioni, compresa la regione di Kherson», ha confermato un portavoce dell’esercito ucraino.

Kiev ha detto che le sue truppe sono riuscite a sfondare le linee di difesa russe nella regione di Kherson, ma in serata è arrivata la smentita di Mosca. Il ministero della Difesa russo citato da Ria Novosti ha detto che il tentativo di attacco è «fallito miseramente». Ma le difficoltà per l’esercito russo non sono poche secondo i servizi americani molte delle unità russe presenti sul territorio sono schierate al di sotto delle loro forze.

Inoltre, le forze ucraine stanno ottenendo importanti risultati grazie ai lanciarazzi mobili Himars forniti dagli Stati Uniti e dagli alleati della Nato che hanno permesso di colpire obiettivi a lunga distanza. Ma per Mosca i problemi non finiscono qui: per l’intelligence britannica il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, è stato «messo da parte» per via degli ostacoli che l’esercito russo sta incontrando in Ucraina.

Una decisione che ha minato irrimediabilmente la sua leadership all’interno dell’esercito. Un momento ottimo per gli ucraini per provare a liberare la città di Kherson, una delle prime a finire sotto il controllo russo. Qui l’esercito di Putin, con l’aiuto anche delle milizie separatiste affiliate a Mosca, ha imposto il proprio governo locale, oltre al rublo e all’acquisto di prodotti russi.

Per mesi gli abitanti di Kherson hanno provato a opporsi all’occupazione russa, anche attraverso proteste in piazza, ma molti di loro sono stati torturati o imprigionati dall’esercito. Mentre gli abitanti della città sperano nella controffensiva dell’esercito ucraino, a Mariupol i russi starebbero ricostruendo il teatro bombardato il 16 marzo dove avevano cercato rifugio centinaia di residenti. Per Kiev stanno cancellando le prove dei crimini di guerra commessi.

 

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