È arrivato in Lituania il primo carico di grano uscito dall’Ucraina dopo uno stallo che dura da circa tre mesi. Si tratta di una consegna di prova che ha lo scopo di valutare l’efficacia di rotte alternative.

La situazione rimane ancora complicata, le autorità di Kiev stimano che circa 20-25 milioni di tonnellate di cereali sono bloccati. Sono all’interno di silos stipati nei porti che sono occupati dai russi o che per via dell’ostacolo della marina di Mosca non possono essere consegnati agli stati importatori, la maggior parte dei quali si trovano in nord Africa e medio oriente.

Il primo treno carico di grano ucraino, arrivato ieri mattina in Lituania, sarà imbarcato su una nave cargo nel porto di Klaipeda. Era una delle soluzioni vagliate nelle scorse settimane dalle autorità europee, ovvero quella di far viaggiare i viveri lungo la rete ferroviaria ucraina per consegnarli agli stati confinanti e poi caricarli sulle navi presenti nel mar Baltico prima di essere spedite in tutto il mondo.

Tuttavia, non è semplice sbloccare la situazione per la carenza di infrastrutture adeguate. Inoltre, i binari della rete ferroviaria non sono tarati sugli standard, e sono già stati danneggiati in diversi punti dalla guerra.

La crisi

L’Ucraina è il secondo esportatore di cereali al mondo dopo la Russia e tra i suoi acquirenti maggiori ci sono stati come l’Egitto e la Tunisia che in questi mesi hanno cercato di sopperire alle mancate consegne aumentando sia la domanda interna sia l’export da altri paesi stranieri.

Tuttavia, la crisi alimentare non è ancora scongiurata. Al ritardo delle consegne si sommano anche le difficoltà nei raccolti di quest’anno. Secondo Mykola Horbachov, presidente dell’associazione ucraina del grano, avrà una diminuzione intorno al 40 per cento.

Un dato che inevitabilmente avrà un impatto nel medio e lungo periodo. Proprio per questo Kiev ha proposto al G7 dell’agricoltura, che si è tenuto a Stoccarda lo scorso 13 maggio, di creare un’organizzazione internazionale dei principali paesi esportatori di cereali (Stati Uniti, Canada, Brasile, Argentina, Ucraina e Unione europea) che si basa sul modello dell’Opec, l’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio.

David Beasley, direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale delle Nazioni unite, ha lanciato un appello al presidente russo Vladimir Putin: «Se ha un minimo di cuore, per favore apra questi porti». Il programma sfama 125 milioni di persone e acquista il 50 per cento del grano dall’Ucraina.

Mariupol

Nel frattempo, le forze separatiste di Donetsk hanno annunciato di aver completato lo sminamento del porto di Mariupol dove sono stati trovati in totale 12mila ordigni esplosivi. In città, secondo quanto denunciano fonti ucraine, sono stati trovati 200 cadaveri all’interno di un rifugio antiaereo, durante lo smantellamento delle macerie di un grattacielo bombardato nella guerra.

Mariupol è sotto il completo controllo dei russi da quando i soldati ucraini presenti nell’acciaieria Azovstal hanno deciso di arrendersi. Per loro, i separatisti stanno preparando i documenti per un processo formale davanti alla Corte marziale. Un processo che Denis Pushilin, capo dei separatisti di Donetsk, vuole aperto anche ai rappresentati dei paesi occidentali.

L’offensiva nel Donbass

Secondo quanto ha detto il portavoce del ministero della Difesa ucraino, Oleksandr Motuzyanyk, l’offensiva militare russa è entrata «nella sua fase più attiva». Le truppe di Mosca stanno cercando di accerchiare le forze ucraine a Severodonetsk e Lysychansk, due città sulle rive del fiume Siversky Donets nella parte orientale del paese. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha detto che quella in corso nel Donbass «è la più grande offensiva che l’Europa abbia visto dalla fine della Seconda guerra mondiale».

Le autorità di Soveredonetsk hanno detto che i russi bombardano «in modo caotico e continuo», e che ci sono migliaia di civili che non riescono a essere evacuati per via dell’accerchiamento. Nella serata di ieri, lo stato maggiore dell’esercito ucraino ha detto che i russi stanno cercando di «raggiungere i confini amministrativi della regione di Luhansk».

L’Ukrainska Pravda e la Bbc hanno riportato la notizia dell’uccisione a Popasna (nel Donbass) del generale russo Botashov, ritenuto il più alto ufficiale dell’aeronautica russa ucciso dall’inizio della guerra in Ucraina.

 

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