La giornata di ieri si è aperta con l’allarme delle sirene che hanno risuonato in diverse città del paese. Kiev, Kharkiv, Mykolaiv e Lysychansk i centri urbani presi di mira dall’offensiva russa che proprio in questi giorni sta prendendo una piega più aggressiva e intensa nell’Ucraina orientale.

L'affondamento della nave ammiraglia Moskva per mano dei missili ucraini Neptune ha dato via alla rappresaglia annunciata dai servizi segreti e di sicurezza di Kiev. Per due giorni di fila i bombardamenti russi sono arrivati fino alla capitale dove ieri, nel distretto di Darnytsky, hanno causato un morto e diversi feriti.

Ora si temono nuove operazioni militari intorno alla capitale, come annunciato dall’esercito russo nella giornata di venerdì. «Chiedo alle persone di rispettare le sirene antiaeree e a quanti erano andati via dalla città di non tornare ancora», ha scritto tramite su Telegram il sindaco di Kiev Vitalii Klychko. Proprio ora che gli ucraini rientravano al ritmo di 40-50mila al giorno e alcune ambasciate europee, tra cui Italia e Francia, hanno riaperto le loro sedi nella capitale.

Altre due persone sono state uccise nella regione di Kharkiv, dove si sono verificati diversi bombardamenti anche con missili da crociera a lungo raggio. A Mykolaiv l’esercito russo ha sferrato un attacco con sistemi multipli di lanciarazzi uccidendo cinque persone e ferendone altre quindici. Nel sud così come nell’est il fronte è molto caldo, ieri Zelensky ha detto che nei primi cinquanta giorni di guerra sono stati uccisi 2.500-3.000 militari dell’esercito ucraino.

Le autorità locali di Luhansk hanno chiesto alla popolazione civile di lasciare immediatamente l’area con i propri mezzi privati perché la situazione sta diventando «molto pericolosa». Ieri i russi hanno colpito una raffineria a Lysychansk e sparato nel centro città bloccando parte delle evacuazioni.

C’è anche un giallo che sta avvenendo nel Donbass. Secondo l’Ukrainska Pravda il vicecomandante delle milizie separatiste di Donetsk, Eduard Basurin, è scomparso dopo un incontro avuto con alcuni agenti dei servizi segreti russi. L’ipotesi è che Basurin sia stato punito per aver rivelato con dichiarazioni pubbliche i piani dell’esercito russo a Mariupol.

La chiamata a bin Salman

Per riorganizzare la sua strategia energetica ponendo obiettivi da raggiungere entro il 2050 il presidente Vladimir Putin si sta muovendo in più direzioni. Nella giornata di ieri ha chiamato il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman.

«Sono state discusse questioni rilevanti della cooperazione bilaterale, anche nel settore commerciale ed economico», si legge in una nota stampa del Cremlino. «Le parti hanno espresso un impegno reciproco per l’ulteriore sviluppo di legami reciprocamente vantaggiosi tra Russia e Arabia Saudita», continua il testo senza rivelare ulteriori dettagli.

Il ministero degli Esteri russo ha invece vietato l’ingresso nel paese al premier britannico Boris Johnson, alla ministra degli Esteri Liz Truss, al segretario della Difesa Ben Wallace e ad altri membri del governo britannico, «in vista dell’azione ostile senza precedenti» prese da Downing Street. Una risposta alle nuove sanzioni imposte da Londra in settimana contro 206 persone tra oligarchi e separatisti filorussi vicino al Cremlino.

L’Italia chiude i porti

Oltre alle sanzioni economiche contro Mosca, l’Italia ha deciso di rendere inaccessibili i porti italiani alle imbarcazioni russe, anche a coloro che lo erano e hanno cambiato bandiera dopo il 24 febbraio.

L’Italia, come detto ieri da Zelensky, sarebbe anche uno dei paesi che si sono interessati a fare da garanti della sicurezza di Kiev in caso di neutralità futura.

 

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