Una nave da guerra russa è stata danneggiata da un attacco di droni ucraini a oltre 500 chilometri dalle coste controllate da Kiev. L’attacco è avvenuto nel porto di Novorossiysk, che si trova in Russia di fronte alla penisola di Crimea, e dimostra la crescente capacità ucraina di colpire bersagli in profondità nel territorio controllato dalla Russia. Nonostante questi successi, il fronte rimane immobile e il Cremlino continua a lanciare segnali della sua determinazione a combattere una guerra di lunga durata.

Attacco a Novorossiysk

Fonti dei servizi di sicurezza ucraini hanno rivendicato l’attacco avvenuto ieri notte contro la nave da sbarco Olenegorsky Gornyak, una delle più grandi unità navali russe ancora presenti nel Mar Nero. Dell’attacco ha parlato anche il ministero della Difesa russo, che afferma di aver abbattuto oltre dieci droni inviati contro il porto di Novorossiysk e di aver fermato l’incursione prima che causasse danni.

Ma una serie di immagini pubblicate ieri mattina mostrano la Olenegorsky Gornyak venire rimorchiata in porto mentre sbanda pesantemente da un lato, segno probabile di una falla nello scafo. Il ministero della Difesa russo non ha fatto altri commenti sulla situazione della nave. Gli ucraini hanno fatto circolare un video in cui si vede un drone navale avvicinarsi alla nave russa prima di detonare.

La Olenegorsky Gornyak è una delle navi che hanno rafforzato la flotta russa del Mar Nero subito prima dell’invasione e della chiusura dello stretto del Bosforo da parte della Turchia. Si tratta di una nave pensata per facilitare gli sbarchi in territorio ostile, una funzione che non ha mai svolto nel conflitto a causa dell’imprevista resistenza ucraina. Ma le sue caratteristiche la rendono molto adatta a scaricare rapidamente rifornimenti in un porto, un ruolo rilevante per il mantenimento delle truppe russe che operano nella penisola di Crimea.

I droni e il porto

Secondo informazioni non ancora confermate, un secondo drone avrebbe cercato di colpire le infrastrutture portuali. Novorossiysk è uno dei più importanti porti russi sul Mar Nero. Da qui partono ogni giorno 1,8 milioni di barili di petrolio, il 2 per cento di tutta la fornitura mondiale e una percentuale significativa della produzione russa.

Non è la prima volta che gli ucraini cercano di colpire Novorossiysk, ma mai prima d’ora erano riusciti a infliggere danni così significativi. La marina ucraina e i servizi di sicurezza del paese si stanno specializzando nelle operazioni con i droni marini, cioè piccole imbarcazioni pilotate in modo remoto, cariche di esplosivo e costruite spesso in modo artigianale.

A differenza dei droni aerei, quelli marini possono trasportare quantità di esplosivo molto superiori e operando a pelo d’acqua sono più difficili da individuare dai radar. Sono però molto più lenti e facili da distruggere una volta avvistati. Per questo i droni marini operano soprattutto di notte o in condizioni di cattiva visibilità.

Dopo una serie di esperimenti e tentativi, Kiev ha aumentato la frequenza dei suoi attacchi con droni nelle ultime settimane. A luglio, due droni hanno colpito e danneggiato gravamente il ponte di Kerch, che collega la Crimea alla Russia. In precedenza i droni ucraini avevano colpito una nave spia russa a centinaia di chilometri dalle coste, dimostrando la loro capacità di colpire bersagli in movimento anche a grandi distanze.

La Russia si prepara

Nel frattempo il Cremlino continua a segnalare la sua intenzione di proseguire la guerra sul lungo periodo. Secondo alcuni documenti esaminati dall’agenzia di stampa Reuters, il governo russo ha raddoppiato il bilancio per le spese militari previste nel 2023. Secondo l’agenzia, le spese per la difesa nell’anno in corso ammonteranno a più di 100 miliardi di euro. Nei primi sei mesi dell’anno, il Cremlino ha già speso quasi 60 miliardi di euro in difesa, un terzo di quanto speso in totale dall’intera macchina statale nello stesso periodo.

Quello che la Russia non riesce a produrre in casa lo cerca nei mercati esteri ancora disponibili. Secondo la Casa Bianca, Mosca sarebbe in trattative per acquistare nuove munizioni dalla Corea del Nord, che utilizza armi di derivazione sovietica e compatibili con quelle impiegate attualmente dalla Federazione russa in Ucraina. I primi tentativi di raggiungere un accordo sulla fornitura di munizioni risalgono alla scorsa primavere e hannu subito una rapida accelerazione la scorsa settimana, quando il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha visitato Pyongyang e definito l’esercito nordcoreano «il migliore al mondo».

Sul fronte diplomatico, invece, la Cina ha deciso di partecipare al vertice di Gedda sulla pace in Ucraina, che si svolgerà questo fine settimane. All’incontro, promosso dall’Arabia Saudita, parteciperanno i delegati di 30 paesi. Inizialmente, la Cina aveva rifiutato l’invito, salvo poi fare marcia indietro e decidere di inviare un suo delegato.

 

© Riproduzione riservata