La guerra in Ucraina è iniziata oltre tre mesi fa. Domani segue tutte le ultime notizie con una diretta costantemente aggiornata.
Cosa c’è da sapere:

  • L’Unione europea potrebbe raggiungere un accordo sull’embargo al petrolio russo entro lunedì.
  • Secondo un sondaggio realizzato dall’Istituto internazionale di sociologia di Kiev, 4 ucraini su 5 sono contrari a qualsiasi concessione territoriale alla Russia.
  • L’esercito russo ha intensificato ancora di più la sua offensiva intorno alla città di Severodonetsk nel Donbass. «Stanno semplicemente cancellando Severodonetsk dalla faccia della Terra», ha detto il capo dell’amministrazione militare regionale di Luhansk.
  • Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky è tornato a parlare alla nazione in occasione dei tre mesi dall’inizio della guerra in Ucraina: «Dobbiamo sempre ricordare che siamo sopravvissuti a questi tre mesi grazie all’impresa di decine di migliaia di persone che hanno difeso lo stato. E a costo di decine di migliaia di vite di uomini e donne ucraini uccisi dagli occupanti. Memoria eterna a tutti coloro che hanno dato la vita per l’Ucraina».
  • Secondo l’Institute of Mass Information dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina sono stati commessi 280 crimini contro giornalisti. Di questi, sono 29 i giornalisti uccisi, di cui 7 mentre svolgevano il proprio lavoro (tre ucraini e 4 stranieri) e 9 quelli rimasti feriti. Sono invece 15 quelli scomparsi.
  • Ieri è arrivato in Lituania il primo carico di grano ucraino bloccato per via della guerra.
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17.20 – La risposta russa al piano di pace italiano

«Una fantasia», così Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha definito il cosiddetto piano di pace dell’Italia, preparato da palazzo Chigi e dal ministero degli Esteri e spedito alle Nazioni unite. «Non puoi fornire armi all’Ucraina con una mano e poi farti avanti e proporre un piano di pace con l’altra», ha detto Zakharova nel suo consueto briefing settimanale con i giornalisti.  «Se sperano che la Russia accetti un piano di pace occidentale – ha proseguito – non hanno capito molto».

17.00 – Per la prima volta dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin ha visitato un ospedale che ospita militari feriti nei combattimenti nel paese. Putin era accompagnato dal ministro della Difesa Sergei Shoigu. È dallo scorso 25 marzo che la Russia non diffondo dati sulle perdite subite. L’ultimo conteggio era di 1.351 soldati uccisi, una stima ritenuta molto bassa dalla maggioranza degli analisti e delle intelligence occidentali.


16.00 – Secondo il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, l’Unione Europea raggiungerà un accordo sull’embargo al petrolio russo entro lunedì. L’Ungheria guidata dal primo ministro Viktor Orban è il principale ostacolo all’approvazione di questa misura, che priverebbe la Russia di un importante entrata in preziosa valuta estera. Alcuni, però, ritengono che le obiezioni di Orban, che ha definito il taglio del petrolio russo «una minaccia alla sicurezza nazionale» dell’Ungheria, sia un comodo paravento per altri paesi molto legati al petrolio russo, come Germania e Italia.


15.40 – Quattro ucraini su cinque sono contrari alle concessioni alla Russia

Secondo un sondaggio realizzato dall’Istituto internazionale di sociologia di Kiev, l’82 per cento degli ucraini sarebbe contrario a qualsiasi concessione territoriale alla Russia e soltanto il 10 per cento sarebbe disposto a cedere dei territori per preservare l’indipendenza del paese. La suddivisione dei risultati per regione mostra che tutti gli ucraini sono in larga maggioranza contrari alle concessioni. Anche nelle regioni orientali del paese, storicamente più filorusse, solo il 19 per cento degli intervistati è favorevole alle concessioni

Il sondaggio è stato realizzato tra il 18 e il 22 maggio e sono state intervistate circa 2mila persone che al momento dello scoppio delle ostilità vivevano nei territori controllati dall’Ucraina (non sono quindi stati intervistati cittadini della parte del Donbass controllata dai cosiddetti separatisti filorussi né quelli della Crimea).

Gli autori del sondaggio ammettono che realizzare indagini demoscopiche in tempo di guerra rappresenta una sfida difficile. Tra le difficoltà principali che hanno affrontato c’è stata quella di raggiungere telefonicamente le persone che vivono nei territori occupati dalla Russia dopo il 24 febbraio, come la regione di Kherson. Anche la fuga dall’Ucraina di 6 milione e il trasferimento al suo interno di altri 8 milioni di ucraini hanno reso l’indagine più complicata. Ma alla fine, i sociologi autori dell’indagine, scrivono di ritenere che i loro risultati restano comunque affidabili. 


15.00 – Il comandate del reggimento Azov catturato dai russi

Denys Prokopenko, comandante del reggimento ultranazionalista Azov e decorato dal presidente ucraino Zelensky, ha parlato per la prima volta al telefono con sua moglie da quando la scorsa settimana si è arreso alle truppe russe. Prokopenko ha detto che le condizioni della sua detenzione sarebbero «soddisfacenti» e che ha ricevuto cibo e acqua. Prokopenko si è arreso nell’acciaieri Azovstal, l’ultima parte di Mariupol a essere difesa dagli ucraini.

14.35 – Cittadinanza russa facilitata per gli abitanti del sud dell’Ucraina

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato oggi un decreto che semplifica le procedure per richiedere la cittadinanza della Federazione russa per coloro che vivono nell’Ucraina meridionale attualmente occupata. Si tratta della stessa procedura in vigore dal 2019 per gli abitanti delle regioni di Donetsk e Luhansk, dove si trovano le cosiddetti repubbliche separatiste filorusse.


14.30 – Ancora sul fronte

Severodonetsk, la principale città ucraina obiettivo dell’offensiva russa, non è ancora stata circondata, ma la principale strada utilizzata per inviare rifornimenti alla guarnigione è sotto il fuoco dell’artiglieria russa.


13.30 – Le condizioni della Turchia

Mentre i diplomatici di Svezia e Finlandia arrivano in Turchia per trattare sull’opposizione del presidente Recep Tayyip Erdogan al loro ingresso nella Nato, le condizioni chieste da Erdogan iniziano a diventare più chiare.

Erdogan chiede una nuova condanna esplicita del gruppo armato curdo Pkk e un’azione più incisiva nei confronti dei suoi sostenitori che si trovano in Svezia e Finlandia. Erdogan vorrebbe anche una presa di distanza dall’Ypg, un altro gruppo curdo strettamente affiliato al Pkk ma che opera soprattutto in Siria e che ha ricevuto il supporto della Nato nella sua lotta contro l’Isis.

Erdogan chiede anche che il suo paese venga incluso nuovamente nel programma F-35, dal quale era stato espulso dopo aver acquistato l’avanzato sistema antiaereo russo S-400 e che vengano rimossi i blocchi alle esportazioni di armi nel paese decisi da diversi paesi Nato, tra cui Svezia e Finlandia, in seguito all’inizio delle operazione militare turca nel nord della Siria iniziata nel 2019.

13.00 – La situazione dell’offensiva russa

Proseguono anche oggi i progressi delle truppe russe in Donbass, dove dallo scorso aprile è in corso un’offensiva che ha l’obiettivo di espellere gli ucraini dalle regioni di Donetsk e Luhansk. Secondo il viceministro della difesa ucraina, l’offensiva russa è nella sua fase «più attiva». Gli ucraini in particolare sono minacciati a Severodonetsk, una delle principali città tra quelle che ancora controllano nella regione. Severodonetsk potrebbe essere circondata nei prossimi giorni, portando alla completa liberazione della regione di Luhansk e potenzialmente consentendo al governo russo di annunciare una nuova vittoria, dopo la conquista di Mariupol.


12.40 – La Commissione propone una norma sull’aggiramento delle sanzioni

La Commissione europea propone una norma per la confisca dei beni degli oligarchi che cercano di sottrarsi alle sanzioni. La proposta è quella di aggiungere la violazione delle misure restrittive europee all’elenco dei reati dell’Unione e nuove norme rafforzate sul recupero e la confisca dei beni, che contribuiranno anche all’attuazione delle misure restrittive dell’Ue. Finora, gli stati membri hanno segnalato beni congelati per un valore di 9,89 miliardi di euro e bloccato transazioni per un valore di 196 miliardi di euro.


11.40 – Di Maio sul piano di pace per l’Ucraina delineato dall’Italia

«L’italia ha costruito un documento di lavoro per un percorso verso la pace», ha detto di Maio ieri sera nella trasmissione Porta a Porta. Si tratta di un testo «ancora nella fase embrionale. Abbiamo delineato un percorso che ha l’ambizione di arrivare a un accordo di pace», ha detto il capo della Farnesina. 

«L’impressione che abbiamo è che proprio perché dobbiamo portare la Russia al tavolo, serve un piano per costruire maggiore dialogo tra le parti. Abbiamo avuto un prima e dopo che sono i fatti di Bucha».

«L’Italia vuole ravvivare quel negoziato partendo da due presupporti: uno, che la pace non si impone e quindi si parte dalle condizioni dell’Ucraina». Tuttavia, il piano proposto dalla Farnesina sembra già naufragato, leggi l’approfondimento:


11.26 – Lo sblocco del porto di Mariupol

Nella giornata di ieri le forze separatiste che controllano la città di Mariupol hanno affermato di aver sminato il porto da oltre dodicimila ordigni esplosivi. Il ministero della Difesa di Mosca ha detto oggi che dalle 8 di domani verrà aperto un corridoio nel mar Nero per far evacuare le navi straniere rimaste bloccate negli oltre ottanta giorni di assedio della città.


10.16 – Svezia e Finlandia provano a convincere Erdogan

Diplomatici di Svezia e Finlandia incontreranno oggi i loro omologhi turchi per discutere delle loro richieste di adesione alla Nato. Dopo aver presentato al Segretario generale Jens Stoltenberg, i moduli formali per entrare a far parte dell’Alleanza atlantica i due paesi scandinavi avevano ricevuto il veto della Turchia.

Il presidente Erdogan si oppone a una loro entrata a far parte della Nato e accusa Svezia e Finlandia di ospitare all’interno del loro territorio alcuni terroristi del Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan. 

Nel 2019 i due paesi hanno anche imposto alcune sanzioni alla Turchia dopo un’incursione militare in Siria contro i combattenti curdi. Nella giornata di ieri, Stoltenberg si è detto fiducioso e che presto arriveranno a un accordo con la Turchia che ieri ha chiesto anche un certo tipo di nuovi armamenti.

Nella giornata di domani, il Consiglio di sicurezza nazionale turco, presieduto dal presidente Recep Tayyip Erdogan, discuterà della richiesta di Finlandia e Svezia di aderire alla Nato.


09.52 – Il grano fermo nei porti ucraini

Il viceministro degli Esteri russo Andrey Rudenko ha detto che la Russia «è pronta al dialogo con tutte le parti» per risolvere la situazione delle navi di grano bloccate in Ucraina. «Risolvere il problema alimentare richiede un approccio globale, compresa la rimozione delle sanzioni imposte alle esportazioni e alle transazioni finanziarie russe», ha detto Rudenko.

«Tutto ciò che proviene dal Cremlino oggi ha davvero poco credibilità, ogni annuncio non può essere ritenuto credibile a meno che non venga seguito da azioni concrete», ha detto una fonte diplomatica europea all’Ansa rispondendo alle dichiarazioni di Rudenko.

Nella giornata di ieri è arrivato in Lituania il primo carico attraverso la rete ferroviaria ucraina. Si è trattato di una prova in attesa di dare vita a un sistema logistico costante. In ogni caso la situazione rimane complicata, solo per quest’anno, le autorità ucraine stimano un calo del 40 per cento del raccolto.


09.45 – La Nike avrebbe deciso di non rinnovare l’accordo di franchising con Inventive Retail Group, una società che gestisce 37 negozi al dettaglio a marchio Nike in Russia. Già lo scorso marzo l’azienda aveva chiuso temporaneamente tutti i suoi negozi in Russia e aveva interrotto le vendite online nel paese.


09.30 – L’avanzata russa a Luhansk

Quattro villaggi nella regione di Luhansk sono ora sotto il controllo della milizia popolare dell’autoproclamata Repubblica di Luhansk (Lpr) che combatte insieme all’esercito russo in Ucraina. Ieri lo Stato maggiore dell’esercito ucraino ha annunciato che le truppe di Mosca si preparano a una vasta offensiva nell’area.

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