- Dopo l’arrivo a palazzo Chigi ha sposato il liberismo, precarizzando ancora di più il lavoro, punendo i disagiati e favorendo la crescita delle disuguaglianze.
- Il taglio del cuneo fiscale è solo una mancia, assai lontana dal pareggiare la distanza delle retribuzioni rispetto ai Paesi più evoluti in Europa e la perdita di potere d’acquisto.
- Sarebbe tuttavia ingeneroso dare all’attuale governo tutte le colpe. I predecessori fecero altrettanto. Serve un cambio di paradigma per ridare alla politica il primato che la finanza le ha scippato e perché si avii un vero programma redistributivo.
I voucher, l’estensione dei contratti a tempo determinato, l’assegno di inclusione assai meno generoso del reddito di cittadinanza, prima ancora la flat tax. C’è una linea di coerenza del governo che dipinge un’adesione convinta al liberismo in economia, con provvedimenti che prefigurano un’ulteriore precarizzazione del lavoro, regali agli imprenditori e in generale ai ceti medi e medio-alti, la punizione dei disagiati. Insomma una fiducia cieca alla famosa mano regolatrice del mercato. E senza



