Il presidente della Repubblica tunisina, Kais Saied, alza la posta nei confronti di Bruxelles. «La Tunisia, che accetta la cooperazione, non accetta né la carità né l’elemosina. Il nostro paese e la nostra gente non vogliono pietà ma esigono rispetto». Con un comunicato pubblicato dal palazzo Cartagine, il populista Saied annuncia il rifiuto dei primi 127 milioni stanziati dall’Unione europea in seguito al Memorandum of understanding firmato in estate dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

«La Tunisia respinge quanto affermato nei giorni scorsi dall’Ue – continua il comunicato – non per l’importo in questione, perché tutta la ricchezza del mondo non vale un grammo della nostra sovranità, ma perché la proposta contraddice il Memorandum firmato a Tunisi nello spirito che ha prevalso alla conferenza di Roma lo scorso luglio».

La Tunisia, scrive il presidente Saied, «sta facendo tutto il possibile per smantellare le reti criminali che trattano esseri umani e organi umani», anche se il «nostro paese non è mai stato la causa di questa miseria che vive la maggior parte degli africani».

Il Memorandum

Dalla sponda sud del Mediterraneo giudicano insufficienti i soldi stanziati. L’accordo prevedeva 255 milioni da consegnare in due tranche, più l’apertura a un prestito di 900 milioni di euro vincolato all’accesso tunisino ai finanziamenti del Fondo monetario internazionale di quasi due miliardi di euro.

Secondo Saied, parte dei soldi destinati ieri dall’Ue (60 milioni su 127) facevano già parte di accordi pregressi con Bruxelles.

Insomma, a il governo tunisino sta cercando di alzare la posta per ottenere un maggiore flusso di denaro per fermare le partenze. Un atteggiamento che imbarazza la Commissione. Nei giorni scorsi, da Bruxelles hanno precisato che nella prima tranche di 105 milioni di euro di aiuti previsti dal Memorandum, circa 42 milioni di euro saranno «rapidamente assegnati». Altri 24,7 milioni di euro sono già stati stanziati per i programmi in corso.

Intanto, continuano a sbarcare migranti a Lampedusa. Nel giorno dell’anniversario del naufragio di dieci anni fa nel quale morirono 368 migranti, sono arrivate nell’isola altre 40 persone.

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