A otto mesi di distanza dall’ultimo attacco diretto delle forze armate israeliane contro l’Iran, lo stato ebraico si starebbe preparando a un’altra operazione militare. I funzionari della Casa Bianca sono stati informati della possibile offensiva, anche per questo motivo il presidente Donald Trump ha annunciato il trasferimento di una parte degli americani che si trovano nella regione.

Il dipartimento di Stato Usa ha autorizzato l’evacuazione del personale non essenziale in Iraq, Kuwait e Bahrein, mentre il Pentagono ha approvato la partenza dei familiari dei militari di stanza in diverse basi in Medio Oriente. «Vengono trasferiti perché potrebbe essere un posto pericoloso», ha detto Trump aggiungendo comunque che l’attacco non è imminente ma potrebbe accadere a breve. Un alto funzionario iraniano ha detto a Reuters che «un paese “amico” nella regione ha avvertito Teheran di un possibile attacco israeliano».

Che il gabinetto di guerra di Benjamin Netanyahu avesse intenzione di colpire l’Iran è risaputo da tempo, sono settimane che il presidente Usa sta cercando di convincere il suo alleato a non alzare la tensione militare. L’ultima volta è accaduto il 26 ottobre 2024 quando Israele ha lanciato l’operazione “Days of Repentance” con raid aerei contro una ventina di obiettivi militari tra cui depositi di armi e sistemi di difesa aerea in varie province del paese. Questa volta, però, i servizi di intelligence statunitensi temono che Israele possa prendere di mira i siti nucleari iraniani.

All’epoca c’era l’amministrazione di Joe Biden, oggi c’è quella di Trump, che per il momento, ha visto fallire tutti i tentativi di arrivare a un cessate il fuoco, non solo a Gaza ma anche in Ucraina. Finora l’obiettivo del presidente statunitense è stato quello di non mandare all’aria il ciclo di negoziati indiretti tra Washington e Teheran sul nucleare iraniano. Due dei cinque colloqui degli ultimi mesi si sono tenuti a Roma, nell’ambasciata dell’Oman.

Il prossimo è previsto per il 15 giugno nella capitale dell’emirato arabo, principale mediatore nelle trattative, e sarà presente anche l’inviato statunitense per il Medio Oriente, Steve Witkoff. Prima di arrivare a Mascate, l’emissario d Trump incontrerà il capo del Mossad, David Barnea, e il ministro per gli Affari strategici, Ron Dermer.

Il sesto round di negoziati avviene quindi in un clima molto teso, diverso da quelli precedenti. Il suo esito rischia di influenzare il possibile attacco. Nel caso in cui non si compiano passi significativi tutti gli scenari sono possibili. Non è un caso se il generale statunitense Erik Kurilla, a capo del Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom), dovrebbe arrivare domani in Israele.

Intanto, come prova di forza, l’esercito iraniano ha anticipato le sue annuali esercitazioni militari di difesa.

Il comandante dei Guardiani della rivoluzione, il generale Hossein Salami, ha dichiarato che «il prossimo scontro con gli israeliani sarà molto più devastante e distruttivo» rispetto al passato. «Siamo pronti a ogni scenario, faremo rimpiangere ai nemici qualsiasi aggressione».

La risoluzione

Come se non bastasse il Consiglio dei governatori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha adottato per la prima volta una risoluzione nella quale accusa il regime iraniano di non aver rispettato i suoi obblighi sulla non proliferazione nucleare e di aver nascosto alcuni siti dove è in corso l’arricchimento dell’uranio.

Il portavoce del ministero degli Esteri, Esmail Baghaei ha bollato la risoluzione come «ingiustificata, infondata e ingiusta».

Secondo Teheran è «parte di una strategia volta a esercitare pressioni sull’Iran affinché rinunci ai suoi legittimi diritti e interessi nell’uso pacifico dell’energia nucleare». Ma la risoluzione dell’Aiea, sostenuta da Stati Uniti e Unione europea, ha spinto Teheran a svelare le sue carte.

L’Organizzazione per l’energia atomica iraniana ha annunciato «la completa sostituzione delle macchine di prima generazione situate nel complesso di Fordow con macchine avanzate di sesta generazione porterà a un aumento significativo della capacità produttiva di materiale arricchito». L’organizzazione ha anche annunciato l’inaugurazione di un nuovo sito per l’arricchimento, facendo presagire che non sia l’unica novità.

Gaza

Le tensioni tra Iran e Israele avranno, inevitabilmente, ripercussioni anche su ciò che accade nella Striscia dove, nelle ultime 24 ore, sono stati uccisi almeno 103 palestinesi. Intanto, le autorità israeliane hanno rilasciato l’eurodeputata franco-palestinese di The Left, la francese Rima Hassan. Era stata fermata nei giorni scorsi insieme al resto dell’equipaggio della barca Madleen della Freedom Flotilla. Gli ultimi due attivisti ancora in carcere in Israele saranno invece espulsi oggi dal paese.

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