A quasi tre mesi di distanza dalla morte di Mahsa Amini, continuano le proteste contro il regime iraniano. Nelle ultime settimane le condanne a morte contro i manifestanti hanno visto un’accelerazione, con processi celebrati in fretta senza alcuna difesa come denunciano le associazioni a difesa dei diritti umani. La situazione nel paese è sempre più tesa e anche i paesi occidentali suggeriscono ai propri cittadini di abbandonare il paese. Nelle ultime ore il Belgio ha invitato i suoi connazionali a lasciare l’Iran nel più breve tempo possibile per i rischi di arresti arbitrari, come già accaduto in queste settimane.

La violenza

Le giornate di sciopero e di protesta hanno portato anche a episodi di violenza per mano dei servizi di sicurezza di Teheran. Diversi video circolati online e sui social network confermano l’uso di proiettili contro i manifestanti. Secondo quanto riferisce l’Irna che cita un comunicato della forza armata Quds, un ramo del Corpo delle guardie rivoluzionarie, quattro membri delle forze di sicurezza iraniane sono stati uccisi nella zona di Saravan, nel sud-est del Paese, vicino al confine con il Pakistan.

L’attacco è stato definito un «atto terroristico», a cui è seguito uno scontro tra gruppi terroristici e la 44esima brigata Qamar Bani Hashem delle forse di sicurezza iraniane, sono morti Mohammad Godarzi, Rahim Bakhsh Peraki (Ahlul Sunnat), Hamidreza Abedi e Mahmoud Nikkhahzadeh.

Le relazioni con l’Arabia Saudita

Le proteste in corso all’interno del paese rischiano anche di avere degli effetti nella politica estera di Teheran che attualmente conta come alleato la Russia di Vladimir Putin, al quale ha consegnato i suoi droni militari impiegati nella guerra in Ucraina.

Ma l’isolamento internazionale si ripercuote anche sull’accordo sul nucleare attualmente in discussione a Ginevra e sulle relazione con l’Arabia Saudita che sono sempre più critiche. Diversi funzionari iracheni hanno dichiarato all’Associated press che i colloqui mediati da Baghdad tra l’Iran e l'Arabia Saudita si sono interrotti. Le cause dello stallo sono attribuite alle accuse che Teheran rivolge a Riad riguardo un coinvolgimento dei servizi di sicurezza del regno nelle proteste in corso nel paese.

Le relazioni tra i due paesi si sono inasprite negli ultimi sette anni con l’inizio della guerra civile in Yemen. L’Arabia Saudita accusa l’Iran di sostenere economicamente e militarmente gli Houthi, ribelli sciiti che hanno gettato il paese nel caos e più volte hanno anche attaccato nel territorio saudita con droni di bassa capacità militare.

© Riproduzione riservata