le armi date all’aggressore

L’Italia ha venduto armi alla Russia violando l’embargo europeo

Russian President Vladimir Putin, right, and Italian Premier Matteo Renzi attend a signing ceremony of agreements on the sidelines of the St. Petersburg International Economic Forum in St. Petersburg, Russia, Friday, June 17, 2016. (AP Photo/Dmitry Lovetsky)
Russian President Vladimir Putin, right, and Italian Premier Matteo Renzi attend a signing ceremony of agreements on the sidelines of the St. Petersburg International Economic Forum in St. Petersburg, Russia, Friday, June 17, 2016. (AP Photo/Dmitry Lovetsky)
  • Nel 2015 il governo guidato da Matteo Renzi ha rilasciato una autorizzazione per la vendita di 94 blindati Lince alla Russia, per un valore di oltre 25 milioni di euro.
  • Una disposizione europea al tempo vietava la vendita di armamenti. Ma la decisione non aveva valore sanzionatorio, e l’Italia ha approfittato della falla legale per continuare a mandare armi.
  • Da un’analisi dei dati Istat si scopre che fra gennaio e novembre del 2021 c’è stata un’esportazione di 3 milioni di euro di merci militari sotto embargo verso la Russia.

Sistemi anticarro e antiaereo, mitragliatrici e mortai. Sono queste le armi che il governo italiano è pronto a cedere a Kiev per sostenere la resistenza ucraina contro la Russia. Ma negli anni successivi all’invasione della Georgia e della Crimea, proprio dall’Italia sono partite verso Mosca armi, munizioni e blindati. A confermarlo non sono solo i dati, ma anche alcuni video diffusi sui social nei primissimi giorni dell’invasione: si vedono alcuni soldati ucraini impossessarsi di un blinda

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