- Il miliardario perde il controllo del colosso finanziario cinese Ant Group, ma ora il partito comunista ha bisogno del dinamismo delle compagnie di internet.
- L’imprenditore non si fa vedere in pubblico dal 24 ottobre 2020, quando ebbe l’ardire di criticare la burocrazia finanziaria, paragonando gli istituti di credito cinesi a «banchi dei pegni».
- Una stoccata che arrivò dritta dritta a Xi Jinping, dando il la alla campagna con la quale il governo ha addomesticato e ridimensionato in ogni ambito (finanziario, economico, ideologico) Alibaba, Tencent e le altre compagnie.
Jack Ma sta assistendo da esule alla ristrutturazione del suo impero innescata dai provvedimenti della leadership cinese per frenare i monopoli nell’economia digitale (il 40 per cento del Pil nel 2021) e quella che Xi Jinping e compagni hanno definito «crescita disordinata di capitale». Poche ore prima che, l’altro ieri, venisse pubblicata la notizia che il quinto uomo più ricco della Cina ha perso il controllo del colosso finanziario Ant Group, ma è riapparso, a cena in un ristorantino di Ba



