Il comandante dei Pasdaran faceva parte dell’Unità 840 che si occupa, tra le altre cose, anche della «supervisione delle operazioni iraniane contro Israele». Il ministro della Difesa insiste sull’occupazione del nord della Striscia
L’esercito israeliano ha affermato di aver ucciso Hussein Mahmoud Marshad al Jawhari, un comandante di alto peso della Forza Quds, l’unità di elite dei Pasdaran. Al Jawhari sarebbe stato ucciso in un raid avvenuto nella zona di Ansariyah, nel sud del Libano. Secondo l’Idf «ha avuto un ruolo centrale nell'unità d'elite dei Pasdaran iraniani ed è stato coinvolto negli ultimi anni nella pianificazione di attacchi terroristici contro lo stato di Israele sia dal Libano che dalla Siria».
Il comandante dei Pasdaran faceva parte dell’Unità 840 che si occupa, tra le altre cose, anche della «supervisione delle operazioni iraniane contro Israele».
Per il prossimo 29 dicembre è attesa un’altra visita del premier israeliano Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca da Donald Trump. Tra gli argomenti di discussione c’è anche la possibilità di un nuovo attacco all’Iran.
Le parole di Katz su Gaza
Nel frattempo il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha affermato durante una conferenza stampa che l’Idf non si ritirerà mai completamente dalla Striscia. «A Gaza, Israele non si ritirerà mai completamente. Ci sarà un'importante zona di sicurezza all'interno della Striscia, anche dopo il passaggio alla fase due dell'accordo di pace se Hamas deporrà le armi, che garantirà la sicurezza all'interno di Gaza per proteggere» le comunità israeliane.
Se Hamas non si disarmerà, «lo faremo noi», ha ribadito Katz, aggiungendo che se Israele non controllerà il Corridoio Filadelfia tra Gaza e l'Egitto «anche solo per un giorno», l'Iran riuscirà a inviare ogni tipo di arma a Gaza. Katz ha poi chiarito che la sua «visione» per Gaza, da realizzare “a tempo debito”, include la creazione di gruppi di pionieri Nahal nel nord della Striscia di Gaza.
Il ministro degli Esteri Gideon Saar ha invece criticato la condanna di 14 paesi contro Israele per la costruzione di nuovi insediamenti in Cisgiordania approvati negli ultimi giorni. «I governi stranieri non limiteranno il diritto degli ebrei di vivere nella Terra di Israele, e qualsiasi appello in tal senso è moralmente sbagliato e discriminatorio nei confronti degli ebrei», ha detto il capo della diplomazia di Tel Aviv.
Tra i paesi firmatari della dichiarazione congiunta ci sono diversi paesi europei tra cui l’Italia e stati come Canada e Giappone. Nel documento si sostiene che l’espansione delle colonia rischiano di aumentare l’instabilità regionale.
«La decisione del gabinetto di istituire 11 nuovi insediamenti e di formalizzarne altri otto ha lo scopo, tra le altre cose, di contribuire ad affrontare le minacce alla sicurezza che Israele sta affrontando», ha sostenuto Saar.
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