A Kiev la quotidianità è scandita dalle sirene anti missile, dai soldati in mimetica che pranzano in un bistrò di Podil, da quelli che ti guardano dai cartelloni su muri e pannelli pubblicitari, ovunque in città e in autostrada. Ti invitano a essere un pilota di droni militari, a combattere contro zombie in uniforme russa, a unirti al “Battaglione libertà”.

A due anni dall’invasione su larga scala, il fronte si estende per 1.000 chilometri sul fianco est e sud del paese. All’Ucraina servono soldi, armi e munizioni, ma servono soprattutto nuovi volontari.

Tra leva e volontari

«Il problema più immediato in ogni unità è la mancanza di persone», ha raccontato dieci giorni fa il comandante di una brigata a Reuters. A Kiev tutti sanno che questo è al momento un tema cruciale, per l’andamento della attuale fase della guerra, per la pianificazione delle controffensive. I soldati sono sempre più stanchi, non tornano quasi mai a casa, non c’è sufficiente rotazione e manca chi prende il loro posto.

«Sono stata un sergente d’unità in una combat unit, non siamo stati sostituiti per un intero anno, forse anche di più perché io nel frattempo sono stata trasferita in una altra unità e alcuni sono ancora lì», racconta da Kiev il sergente Nadiia Haran. «Ragazzi e ragazze sono esausti, ed è uno dei maggiori problemi che l’Ucraina affronta in questo momento», aggiunge.

«È un problema su diversi livelli», secondo il giornalista ucraino Denys Bihus. «Prima di tutto non ci sono abbastanza volontari, poi un altro livello è come l’esercito utilizza le diverse competenze, che è molto complesso».

Da due anni a questa parte ci si può unire all’esercito ucraino sostanzialmente in due modi. C’è chi riceve a casa la comunicazione che è stato mobilitato per legge, e chi da volontario decide di fare richiesta.

La lettera può arrivare in ogni momento a tutti gli uomini dai 27 ai 60 anni, la nuova legge prevede di abbassare questa soglia a 25 anni, e di rafforzare i controlli nei recruiting center. Ci sono delle eccezioni, legate al numero di figli o a disabilità. Per legge comunque tutti i ragazzi che hanno compiuto 18 anni non possono lasciare il paese.

E se in caso di mobilitazione non puoi sapere dove finirai e per quanto tempo – se in trincea al fronte o in un ufficio a processare pratiche – per i volontari il discorso cambia. Possono scegliere in quale battaglione vorrebbero andare, quale posizione vorrebbero ricoprire, per quanto tempo.

Alcuni dei metodi autorizzati dal governo richiamano essenzialmente la logica di LinkedIn, puntando a trovare nuove reclute motivate e con le competenze più adatte, riducendo anche i tempi di addestramento.

«I comandanti delle brigate ci segnalano quali sono le posizioni da coprire, abbiamo un sistema molto simile a quello usato per trovare lavoro nel settore civile, con una job description, le abilità richieste, le condizioni, le responsabilità», racconta dal suo ufficio in pieno centro a Kiev Vladyslav Greziev, fondatore e ceo di Lobby X, agenzia di recruiting che da luglio del 2022 trova nuovi soldati per conto dell’esercito.

E che a metà novembre del 2023 ha firmato un accordo di cooperazione direttamente con il ministero della Difesa, diventando partner dell’esercito per il reclutamento militare. «Noi come Lobby X lavoriamo da otto anni. Prima facevamo recruiting per enti statali, ong, media indipendenti, dopo l’invasione su larga scala abbiamo cominciato ad avere richieste per posizioni militari».

Lobby X Army

Greziev è stato al fronte come volontario dal giorno due dell’invasione, è tornato nel giugno del 2022 e da lì l’idea di Lobby X Army, il sito dove tutti oggi possono scorrere le vacancies dell’esercito ucraino, un’icona dopo l’altra.

Ci sono battaglioni che cercano mitraglieri, ingegneri, cecchini, autisti. Ma anche cappellani, cuochi, specialisti di YouTube, videomaker. Nell’annuncio ci sono anche i benefit, il salario, e la valutazione del compenso sulla base della vicinanza alla zona di combattimento. A fondo pagina l’invito a inviare curriculum, contatti e piccola bio.

«Noi dopo l’apply trasferiamo questa richiesta ai rappresentanti dei comandanti militari, procediamo anche alla selezione, e a un primo colloquio con i candidati», racconta Greziev. Poi la fase di screening, una prima videointervista, un incontro con i comandanti. Se tutto va bene – spiega – i comandanti militari cominciano la trafila burocratica per la mobilitazione o per firmare il contratto. «Abbiamo posizioni aperte anche per soldati che sono già al fronte, possono essere trasferiti da una unità all’altra», aggiunge.

Poi apre il suo portatile per controllare gli ultimi dati: «Fino a ora abbiamo ricevuto più di 71mila application, lavoriamo con 2.850 vacancies e cooperiamo con più di 470 unità militari diverse». Le posizioni aperte con meno richieste sono quelle “combat ones”, per altre con mansioni da ufficio ci sono anche 70 candidati per un solo posto.

Il suo team non smette di lavorare nemmeno in pausa pranzo, su una parete certificati da parte di comandanti e battaglioni, e bandiere appese ovunque. Sono una decina in tutto le unità che fanno massicce campagne di comunicazione. «Ogni brigata ha i suoi modi, i suoi eroi, una presenza diversa sui media».

Lavorano anche con la terza brigata d’assalto – quella che raffigura i soldati russi come zombie in mezza città – formata da veterani Azov. È una delle più celebri, ha molta attrattiva sui giovani e, come racconta Greziev, «loro hanno anche una settimana di prova» di addestramento militare. «Se non ti convince, non sei ufficialmente un soldato, ma intanto puoi provare». Per il resto, gli annunci girano anche grazie a campagne gestite da Lobby X. E sul sito ci sono anche consigli su come perfezionare il proprio curriculum per trovare un lavoro in campo militare.

Il sergente e interprete militare Nadiia Haran conosce il team di Greziev, ne parla in maniera entusiasta. «L’unità dove sono io in questo momento usa Lobby X, il comandante del battaglione prepara tutti i requisiti che gli servono», racconta. E aggiunge: «Penso sia un passo avanti, perché, se non sei sicuro, servizi come questo ti incoraggiano a vedere se le tue skill possono essere utili e se c’è qualcuno nell’esercito che ti cerca».

L’obiettivo dichiarato dai vertici militari ucraini – servono 500mila soldati da mobilitare per fronteggiare l’avanzata russa – potrà essere realmente raggiunto solo con una più generale rimodulazione della mobilitazione.

La percezione che cambia

L’esercito ucraino conta oggi circa un milione di soldati, secondo quanto dichiarato dal ministro della Difesa Umerov lo scorso settembre. Ma rispetto all’inizio della invasione su larga scala, non ci sono più le file ai recruiting center, il governo si affida anche a realtà come Lobby X e su altre piattaforme simili, lanciate dopo l’accordo firmato tra Grezev e la Difesa a novembre 2023.

«È importante sapere che hai una scelta. Puoi essere in questa unità, o in questa. Puoi pilotare un drone, o essere in artiglieria, o produrre qualcosa», commenta la giornalista ucraina Kristina Berdynskykh. «Hai delle opzioni, non è come essere un giorno in strada, e il giorno dopo al fronte in trincea», aggiunge.

Su Lobby X ci sono tante posizioni per fanteria, operatori droni, mentre non è sempre semplice trovare chi andrà a occuparsi di sminamento, di guidare un tank o di formare una medical unit.

Le posizioni da combat-position sono le più pagate, tra i 4.000 e i 5.000 dollari al mese, In alcuni settori delle forze speciali si arriva fino a 8.000 dollari al mese, per un paese dove – secondo dati dello State Statistics Service ucraino – uno stipendio medio vale 467 dollari.

Greziev spiega anche come in questi mesi sia cambiata la percezione sulla durata della guerra. Sulla piattaforma, ci sono offerte sia per la mobilitazione – con cui si resta a disposizione almeno fino alla fine della guerra – sia come volontario che firma un contratto, che invece ha durata triennale. «Nel nostro sito abbiamo entrambe».

Spiega come fino a qualche tempo fa la gente credeva che la guerra non durasse così a lungo e sceglieva di arruolarsi con la mobilitazione. Poi sposta lo sguardo da file Excel e report. «Adesso vediamo che la guerra può continuare per più di tre anni. Adesso la gente sceglie di firmare i contratti».

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