Il presidente ucraino Zelensky lo aveva detto pochi giorni fa: «Ci stiamo avvicinando al momento in cui il passo della controffensiva potrà accelerare». Ieri è arrivata la notizia che Kiev ha impegnato almeno una parte delle unità armate e addestrate dalla Nato che fino ad ora avevano tenuto di riserva. Lo hanno riportato i corrispondenti di guerra russi, che esprimono preoccupazione per la tenuta del fronte meridionale. Gli ucraini non confermano, ma annunciano avanzate lungo tutto il fronte, sia quello meridionale sia quello orientale. La risposta di Mosca è arrivata nel pomeriggio, con uno dei più massicci attacchi missilistici lanciati dall’inizio della guerra. Colpita la capitale Kiev, numerose altre città e basi aeree militari. Gli ucraini sostengono di aver intercettato numerosi missili, ma i danni inflitti sembra che siano stati comunque rilevanti.

I combattimenti

Sul fronte meridionale sono in corso da ieri quelli che vengono definiti i combattimenti più duri dall’inizio della controffensiva e gli ucraini affermano di essere avanzati in diversi punti della linea. Secondo diversi corrispondenti di guerra russi, per la prima volta sarebbero entrate in combattimento unità del decimo corpo corazzato ucraino. Questa formazione era stata tenuta in riserva fino a questo momento e gli esperti ritenevano che Kiev intedesse usarla per tentare uno sfondamento del fronte quando le condizioni fossero state propizie. L’attacco avrebbe coinvolto fino a 80 veicoli corazzati e avrebbe preso di mira in particolare il villaggio di Robotyne, nella regione di Zaporizhzhia, uno dei settori più difficili del fronte, dove all’inizio di giugno gli ucraini avevano già subìto pesanti perdite.

Le forze armate ucraine non hanno ancora commentato l’esito di questo attacco, ma hanno annunciato significativi avanzamenti territoriali circa 50 chilometri più a est, nel villaggio di Staromayorske, il punto chiave di questa area del fronte. Le truppe di Kiev si sarebbero trincerate nel centro del villaggio e avrebbero catturato diversi prigionieri. Le avanzate comunicate dagli ucraini e dai corrispondenti militari russi sono probabilmente nell’ordine dei pochi chilometri o delle centinaia di metri, ma costituiscono comunque i risultati migliori dopo settimane di stallo. Ci vorrà ancora qualche giorno per capire se questo attacco si trasformerà nel tanto atteso sfondamento o soltanto in una vittoria tattica con poche conseguenze.

Pessimismo russo

Mentre il ministero della Difesa russa continua a parlare di attacchi respinti e di difesa efficacie lungo tutto il fronte, i corrispondenti militari russi sono diventati più pessimisti negli ultimi giorni. Uno di loro ha scritto che è in corso «un genocidio dell’artiglieria russa» da parte dei droni e dei missili di precisione ucraini. Questi commenti potrebbero indicare un vantaggio degli ucraini nell’attuale fase di attrito della controffensiva o potrebbero riflettere lo scoramento dei corrispondenti militari dopo la rimozione da parte del Cremlino di diversi generali molto popolari tra le truppe e tra i sostenitori del conflitto.

I social russi si sono riempiti di reazioni negative alla decisione presa ieri dalla Duma di allungare l’età in cui sarà possibile essere richiamati per il servizio di leva fino a 30 anni. Non implementata invece la modifica promessa durante la discussione del provvedimento di alzare l’età minima per il richiamo da 18 a 21 anni. In Russia vengono reclutati ogni anno circa 150mila soldati di leva che, per legge, non possono essere impiegati all’estero se non in caso di dichiarazione di guerra.

Per ora i militari di leva non sono stati impiegati in Ucraina in modo massiccio, ma molti temono che queste modifiche approvate di recente siano la spia di nuove mobilitazioni in arrivo per l’autunno.

Arresti e indagini

Nel frattempo, in Ucraina è in corso una vasta operazione contro numerosi funzionari dei centri di reclutamento accusati di corruzione. Almeno 21 persone sono state arrestate con l’accusa di aver ricevuto pagamenti in cambio dell’esenzione dalla mobilitazione. Secondo la polizia l’esenzione costava dai 200 ai 1.500 euro. In tutto, 106 casi contro altrettanti funzionari del reclutamento sono stati aperti dall’inizio dell’invasione lo scorso febbraio.

Ieri la polizia ha aperto un’indagine nei confronti di Yury Aristov, deputato del partito del presidente Zelensky e vicepresidente del comitato parlamentare sulla Sicurezza nazionale. Aristov è stato accusato dal giornale investigativo Slidstvo di essere andato in vacanza alle Maldive a metà luglio nonostanti il divieto di espatrio se non per ragioni ufficiali che vige per tutti i funzionari pubblici e le cariche elettive. Aristov ha già inviato una lettera di dimissioni dal parlamento.

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