Il portavoce del presidente russo, Vladimir Putin, ha negato il coinvolgimento del Cremlino negli attacchi hacker che hanno colpito negli ultimi mesi diverse istituzioni americane tra cui il dipartimento di Stato, del Tesoro e della Sicurezza Interna, parti del Pentagono, e l’agenzia che si occupa della sicurezza dell’arsenale nucleare. L’attacco è stato scoperto la settimana scorsa e ha allarmato molto gli esperti di sicurezza informatica perché ha riguardato un’intera filiera. Dopo un iniziale silenzio il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, aveva accusato la Russia di essere la responsabile dell’attaco. Secondo il portavoce del Cremlino le accuse di Pompeo sono frutto di una «russofobia» che si crea ogni volta che accadono vicende simili.

I precedenti

Anche se questo attacco ha avuto delle caratteristiche diverse, non è la prima volta che gli Stati Uniti accusano la Russia di avere violato i propri sistemi informatici. A novembre l’azienda Microsoft aveva denunciato le interferenze di gruppi hacker di diversi paesi, tra cui la Russia, nei database di diversi soggetti coinvolti nella produzione del vaccino anti Covid. Inoltre a ottobre sia l’Fbi, sia la National intelligence americana avevano scoperto che la Russia si era appropriata di dati sensibili sugli elettori così da influenzare le elezioni presidenziale del 3 novembre scorso. Le denunce avevano fatto riaffiorare il ricordo delle accuse al Cremlino di avere influenzato le presidenziali del 2016 che avevano visto l’attuale presidente, Donald Trump, sconfiggere la candidata democratica Hillary Clinton.

Non solo hacker

Gli attacchi hacker non sono stati gli unici eventi di cui il Cremlino è stato recentemente incolpato. Il regime guidato da Putin è infatti accusato dalla testata giornalistica Bellingcat di avere avvelenato l’oppositore politico di Putin, Aleksej Navalny, entrato in coma mentre si trovava in un volo in Russia e ricoverato in seguito in Germania. Secondo le autorità tedesche, Navalny sarebbe stato avvelenato dall’agente nervino, Novichok. Putin ha recentemente respinto al mittente le ricostruzione europee definendole «ridicole» e aggiungendo che se il suo regime fosse stato dietro il tentato omicidio di Navalny «avrebbe portato a termine il compito».

© Riproduzione riservata