Nel 2023 l’India è diventato il paese più popoloso al mondo superando la Cina. L’impressionante crescita demografica degli ultimi anni è stata accompagnata, tra le altre cose, anche dall’aumento dei mezzi di controllo nei confronti della popolazione. Una situazione che ha spinto Apple a lanciare segnali di allarme per dissidenti politici, attivisti e giornalisti, che sono stati avvertiti nelle scorse settimane della possibilità di ricevere intrusioni sui loro dispositivi con software spia, utilizzati da persone vicine al governo di Narendra Modi.

L’uscita pubblica di Apple ha acceso un caso politico nel paese e tensioni tra alti funzionari governativi e i dirigenti di uno dei colossi tecnologici più importanti al mondo.

I rischi sollevati da Apple sono stati immediatamente bollati come diffamatori e falsi. I membri del Bharatiya Janata party (Bjp) di Modi hanno accusato l’azienda di avere delle falle nella sicurezza dei suoi dispositivi e hanno chiesto un’indagine apposita, che non è chiaro quando sarà conclusa. Inoltre, diverse pressioni sarebbero state esercitate nei confronti dell’amministratore delegato di Apple India, Virat Bhatia, per convincerlo a ritrattare le dichiarazioni e annunciare di aver commesso un errore.

Immediatamente il ramo indiano dell’azienda della Silicon Valley ha cercato di contattare in privato alcuni giornalisti indiani che si occupano di tecnologia chiedendo loro di sottolineare negli articoli che gli avvertimenti di Apple potrebbero essere falsi allarmi e che comunicazioni simili erano state comunque diffuse agli utenti di oltre 150 paesi, non soltanto in India.

Pegasus

La verità, però, è dimostrata da un’indagine del Security Lab di Amnesty International condotta insieme al Washington Post. Secondo l’inchiesta alcuni smartphone appartenenti a giornalisti, dissidenti politici e attivisti sono stati hackerati con lo spyware Pegasus, quello creato dall’azienda israeliana Nso Group e venduto a decine di governi in tutto il mondo.

Nel mirino sono finiti i giornalisti dell’Organized crime and corruption reporting project (Occrp) che stavano scrivendo un’inchiesta su Gautam Adani, il miliardario più ricco d’Asia e molto vicino a Modi, finito di recente in un’inchiesta per frode contabile.

Tuttavia, non è la prima volta che i membri del governo esercitano pressioni sui colossi tecnologici. Un’inchiesta del Washington Post aveva mostrato come Facebook e X in passato avevano esitato a rimuovere dalle loro piattaforme contenuti di propaganda militare che incitavano all’odio e alla violenza.

Il dilemma

Le notizie che provengono dall’India sono ancora più preoccupanti se si considera che tra aprile e maggio del 2024 oltre 900 milioni di persone saranno chiamati alle urne nel paese. Il premier indiano Modi, molto vicino alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni (come testimoniato da selfie e sorrisi in occasione dell’incontro tra i due nella Cop28 di Dubai), punta al terzo mandato consecutivo.

Contro di lui è già iniziata la campagna elettorale dei 26 partiti che si sono riuniti nella coalizione I.n.d.i.a (Indian national development inclusive alliance). Nonostante la grande alleanza politica contro, una crescita del Pil in rallentamento e le accuse di autoritarismo, Modi gode ancora di un forte consenso pubblico interno e internazionale. L’India è un paese strategicamente importante per gli Stati Uniti per contrastare il dominio della Cina in Asia.

Una eventuale conferma al potere di Modi, inoltre, rassicurerà anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu, vista la stretta alleanza tra i due, che vuole evitare la sorpresa di un nuovo leader apertamente in opposizione a Tel Aviv.

Investire o controllare?

I guadagni provenienti dal settore tecnologico indiano sono aumentati negli anni. Nel 2022 il fatturato dell’intera industria ammontava a 227 miliardi di dollari, per questo 2023 il fatturato è aumentato a 245 miliardi. Dopo la visita dell’amministratore delegato Tim Cook nell’aprile del 2023, nel paese sono stati aperti i primi due Apple store a Mumbai e Nuova Delhi.

L’azienda ha deciso di investire molti soldi in India, visto che soltanto 600 milioni di persone hanno uno smartphone su una popolazione di più di un miliardo e 428 milioni. Secondo le stime di crescita, nel 2025 il paese rappresenterà il 10 per cento delle vendite per Apple (un fatturato di circa 20 miliardi di dollari secondo Bloomberg), contro il 4 per cento di quelle attuali.

Nell’autunno del 2022 l’azienda aveva annunciato che l’iPhone 14 sarebbe stato prodotto in India. Negli ultimi tre anni, l’India è passata da produrre cinque milioni di smartphone targati Apple a oltre 13 milioni. Entro il 2029 l’azienda punta a realizzare nel paese il 25 per cento della produzione globale.

Tutti questi numeri evidenziano una grande crescita per il paese a sfavore della Cina. Tuttavia, la situazione preoccupa il primo ministro autoritario Modi che sfrutta il suo enorme potere tecnologico per controllare la popolazione e mantenere il suo potere politico. Di recente, infatti, l’India è stata definita come la “capitale mondiale degli Internet shutdown”, per via della soppressione della rete internet in aree circoscritte in cui vengono organizzate proteste antigovernative per evitare la diffusione di contenuti che possano ledere il potere di Modi.

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